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Il segreto
L’immagine che aveva evocato in quel pomeriggio autunnale era di una drammaticità sconvolgente. Cinque bambini, di età diversa, fatti sedere vicini in una grande sala. Di fronte, la vecchia zia, con accanto il loro padre, silenzioso e a capo chino. La zia comincia a parlare di chi fino ad allora era stata per lungo tempo “innominata”. Vostra madre è impazzita, non la rivedrete più e lei non vuole più rivedervi. Dovrete dimenticarla per sempre! Maria è la più grande. È compito suo consolare i fratellini e nascondere il suo immenso dolore dentro ad un silenzio senza speranza. Dove è andata la loro madre e perché non li ha salutati con un ultimo bacio? Quali colpe lei e i suoi fratellini hanno potuto commettere per meritare tutto questo? La rabbia rimane nel recinto dell’inespresso e nel vuoto che invade l’anima nemmeno la luce di una finestra. Buio, buio e rabbia, mentre tutto sembra scorrere come se niente fosse, come se i giorni avessero lo stesso colore e le notti lo stesso suono. Alla confusione subentra la rabbia e alla rabbia la rassegnazione muta e crudele… Poi, un giorno, la madre ritorna da un inferno inflitto da chi la odiava. Ritorna inattesa e piena di speranze. Ma loro, i suoi figli, sono lì pietrificati, come se la vedessero per la prima volta, incapaci di fare un passo verso di lei, che li guarda con un sorriso pieno di singhiozzi trattenuti, mentre accetta la condanna di sentirsi fuori posto, lì, nella sua famiglia tanto e tanto amata. La madre rimane lì, a braccia aperte e vuote le richiude sul suo petto. Un tumulto di sentimenti la invade come un fiume in piena i cui argini non riescono più a contenere. Le lacrime che scendono sulle sue guance scrivono di un dolore indicibile e di un proposito inderogabile. Nessuno potrà più staccarla dai suoi figli, lei non lo permetterà mai più. Così, giorno dopo giorno, lei si fa scaltra, nasconde la sua fragilità, la sua sensibilità e diventa quello che non è. Gentile e sorridente con i suoi aguzzini sembra riconoscente ed appagata. Dal più piccolo a lei, la più grande, i suoi figli la ritrovano e imparano ad amarla e a capire… E allora è tutto finito? No, è tutto registrato nella mente di Maria e tutto questo diventa angoscia di vivere, paura di poter perdere, in un attimo, le sue sicurezze, le persone amate e questa voglia di urlare che ancora è racchiusa dentro, ancora inespressa, ancora prigioniera di quei giorni e del segreto terribile e feroce che si porterà dentro per il resto della sua vita.

Vincenzo Ampolo

Categorie: Psicologia

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

1 commento

Andrea · 20 Marzo 2018 alle 14:50

Per me è il racconto più toccante del libro. La storia di una mamma; ma sopratutto la storia di Maria la figlia grande costretta a farne le veci troppo presto nei pensieri dei fratelli più piccoli. A Maria viene negata la fanciullezza, le viene a mancare il pilastro portante della sua casa, la mamma li ha abbandonati e non sa darsene una ragione. Le viene negata la certezza del sostegno… sostituita dalla paura che quella casa… faticosamente ricostruita, possa precipitare ancora… Il mondo dei grandi e quello dei piccoli stanno come in due universi paralleli…. forse legati da quel buco nero che solo una mente come quella di Stephen Hawking ha potuto immaginare.

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