Svjatoslav Teofilovič Richter – Žytomyr, 20 marzo 1915 – Mosca, 1º agosto 1997 – è stato un pianista sovietico. Nato da genitori ucraini (il nonno paterno era di origine tedesca), Svjatoslav Richter è stato uno dei più importanti pianisti del XX secolo. Richter è celebre per la profondità delle sue interpretazioni, per la sua straordinaria tecnica virtuosistica e per il suo immenso repertorio.

Figlio di Teofil Danilovich Richter (1872 – 1941), pianista, organista e compositore di origine tedesche, e di Anna Pavlovna Moskaleva (1893 – 1963), proveniente da una nobile famiglia di proprietari terrieri russi, Svjatoslav Richter ebbe come primo interesse artistico quello della pittura. Interesse questo che lo accompagnò per tutta la vita e che lo spinse a dipingere numerosi quadri. La passione per la musica iniziò solamente a partire dal 1920, ma a quel tempo Richter non ricevette nessuna educazione “ufficiale”, formandosi curiosamente da autodidatta e imparando presto a suonare quello che più gli aggradava, soprattutto musica operistica (comprese le partiture per pianoforte dei drammi musicali di Wagner). All’età di 15 anni iniziò ad accompagnare al pianoforte cantanti lirici, dapprima al “Club dei marinai” di Odessa, poi nel locale Teatro dell’Opera. In un’intervista pubblicata all’inizio degli anni novanta, Richter raccontò che, durante la sua avventurosa adolescenza ad Odessa, fu molto più interessato alla direzione d’orchestra che al pianoforte e che la sua vera passione giovanile furono le opere liriche di Giuseppe Verdi, Richard Wagner e Giacomo Puccini piuttosto che i lavori pianistici dei grandi autori ottocenteschi, che poi sarebbero diventati una pietra miliare del suo repertorio. Oltre alla pittura e alla musica, gli altri interessi di Richter erano il teatro, il cinema e la letteratura.

Nel 1934, mentre lavorava ancora all’Opera di Odessa, Richter tenne il suo primo concerto in pubblico come pianista; tuttavia non iniziò formalmente lo studio del pianoforte per altri tre anni, quando si iscrisse al Conservatorio Čajkovskij di Mosca, che permise al giovane prodigio di saltare l’esame di ammissione. Studiò con Heinrich Neuhaus, che aveva insegnato anche a Ėmil’ Gilel’s e che indicava Richter come “lo studente geniale, il cui arrivo aveva atteso per tutta la vita”. Divenne anche noto per aver saltato delle lezioni obbligatorie al conservatorio ed essere stato espulso per due volte durante il primo anno. Nel 1940, mentre era ancora uno studente, suonò in prima esecuzione la Sesta sonata per pianoforte di Sergej Prokof’ev, il compositore alle cui opere sarà in seguito molto spesso associato. Nel 1943 eseguì in prima mondiale a Mosca anche la Settima sonata.
Nel 1943 Richter incontrò Nina Dorliak (1908 – 1998), una cantante d’opera (soprano). Nel 1945 Richter e Dorliak si sposarono e rimasero insieme sino alla morte del pianista. Nina Dorliak sopravvisse al marito solo qualche mese in più, spegnendosi il 18 maggio 1998.
Nel 1949 Richter vinse il Premio Stalin e ciò lo portò a suonare in numerosi concerti in Russia, nell’Europa dell’Est e in Cina. Sempre nel 1949 suonò nella prima esecuzione assoluta privata nella Malyj Sal del Conservatorio Čajkovskij di Mosca della Sonata op. 119 in do maggiore di Sergej Prokof’ev con Mstislav Rostropovič.

L’Occidente iniziò a conoscere Richter e la sua fama grazie a delle registrazioni eseguite durante gli anni cinquanta. Non gli fu permesso di recarsi in tour negli Stati Uniti fino al 1960, ma quando ciò avvenne le sue tournée furono memorabili. Le grandi sale da concerto comunque non erano particolarmente amate da Richter, che preferiva un ambiente più intimo: in tarda età volle suonare quasi sempre in piccole sale, quasi oscurate, a volte con una sola piccola lampada che illuminava pianoforte e leggio. Pur dotato di una memoria prodigiosa e di un infallibile orecchio assoluto, negli ultimi anni si vide costretto a suonare con lo spartito poiché, a causa dell’età, la percezione dei suoni gli si era alterata di quasi un tono e fidandosi solamente dell’orecchio avrebbe rischiato di suonare tasti sbagliati. Nel 1969 suonò nella prima esecuzione assoluta pubblica nella Malyj Sal del Conservatorio Čajkovskij di Mosca della Sonata op. 134 in sol maggiore di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič con David Fëdorovič Ojstrach.
Al Teatro alla Scala di Milano nel 1982 esegue due quintetti di Dvořák con il Quartetto Borodin.
Colpito da un attacco cardiaco mentre stava preparando una tournée concertistica, morì a Mosca all’età di ottantadue anni. La sua tomba si trova nel Cimitero di Novodevičij di Mosca.

Nel 1934, mentre lavorava ancora all’Opera di Odessa, Richter tenne il suo primo concerto in pubblico come pianista; tuttavia non iniziò formalmente lo studio del pianoforte per altri tre anni, quando si iscrisse al Conservatorio Čajkovskij di Mosca, che permise al giovane prodigio di saltare l’esame di ammissione. Studiò con Heinrich Neuhaus, che aveva insegnato anche a Ėmil’ Gilel’s e che indicava Richter come “lo studente geniale, il cui arrivo aveva atteso per tutta la vita”. Divenne anche noto per aver saltato delle lezioni obbligatorie al conservatorio ed essere stato espulso per due volte durante il primo anno. Nel 1940, mentre era ancora uno studente, suonò in prima esecuzione la Sesta sonata per pianoforte di Sergej Prokof’ev, il compositore alle cui opere sarà in seguito molto spesso associato. Nel 1943 eseguì in prima mondiale a Mosca anche la Settima sonata.
Nel 1943 Richter incontrò Nina Dorliak (1908 – 1998), una cantante d’opera (soprano). Nel 1945 Richter e Dorliak si sposarono e rimasero insieme sino alla morte del pianista. Nina Dorliak sopravvisse al marito solo qualche mese in più, spegnendosi il 18 maggio 1998.
Nel 1949 Richter vinse il Premio Stalin e ciò lo portò a suonare in numerosi concerti in Russia, nell’Europa dell’Est e in Cina. Sempre nel 1949 suonò nella prima esecuzione assoluta privata nella Malyj Sal del Conservatorio Čajkovskij di Mosca della Sonata op. 119 in do maggiore di Sergej Prokof’ev con Mstislav Rostropovič.
L’Occidente iniziò a conoscere Richter e la sua fama grazie a delle registrazioni eseguite durante gli anni cinquanta. Non gli fu permesso di recarsi in tour negli Stati Uniti fino al 1960, ma quando ciò avvenne le sue tournée furono memorabili. Le grandi sale da concerto comunque non erano particolarmente amate da Richter, che preferiva un ambiente più intimo: in tarda età volle suonare quasi sempre in piccole sale, quasi oscurate, a volte con una sola piccola lampada che illuminava pianoforte e leggio. Pur dotato di una memoria prodigiosa e di un infallibile orecchio assoluto, negli ultimi anni si vide costretto a suonare con lo spartito poiché, a causa dell’età, la percezione dei suoni gli si era alterata di quasi un tono e fidandosi solamente dell’orecchio avrebbe rischiato di suonare tasti sbagliati. Nel 1969 suonò nella prima esecuzione assoluta pubblica nella Malyj Sal del Conservatorio Čajkovskij di Mosca della Sonata op. 134 in sol maggiore di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič con David Fëdorovič Ojstrach.
Al Teatro alla Scala di Milano nel 1982 esegue due quintetti di Dvořák con il Quartetto Borodin.
Colpito da un attacco cardiaco mentre stava preparando una tournée concertistica, morì a Mosca all’età di ottantadue anni. La sua tomba si trova nel Cimitero di Novodevičij di Mosca.

Testo: Liberamente tratto da Wikipedia
Immagini: Selezionate da Google
Video: Youtube

Andrea Natile


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

2 commenti

Andrea Ciappi · 3 Marzo 2021 alle 13:25

Bella biografia. Graziem

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