Muzio Filippo Vincenzo Francesco Saverio Clementi (Roma, 23 gennaio 1752 – Evesham, 10 marzo 1832) è stato un compositore, , editore e costruttore di pianoforti italiano, uno dei primi ad aver scritto per il pianoforte moderno. È noto in particolare per la sua monumentale raccolta di studi per pianoforte, Gradus ad Parnassum. Sulla sua tomba fu incisa l'iscrizione “Padre del Pianoforte”.
Nacque primo di sette figli, da Nicolò Clementi, un argentiere romano molto stimato, e Madalena Caisar, indicata negli Status animarum di S. Lorenzo in Damaso come “romana”. Il suo talento musicale fu subito chiaro già dalla più tenera età: a sette anni studiava musica con ottimo profitto, tanto che a tredici era già organista di chiesa. Fu allievo di Giuseppe Santarelli, Antonio Boroni, Giovanni Battista Cordicelli e Gaetano Carpani.
Nel 1766, Sir Peter Beckford (1740-1811), un ricco inglese, cugino dell'eccentrico William Beckford, si interessò al talento musicale del giovane e raggiunse un accordo con il padre per portare Clementi nella sua tenuta di Steepleton Iwerne, a nord di Blandford Forum nel Dorset, Inghilterra — dove Beckford avrebbe provveduto a garantire la formazione musicale ed, in cambio, Clementi avrebbe fornito un intrattenimento musicale nella tenuta. Fu là che Clementi trascorse sette anni di quasi totale isolamento, immergendosi con un accanito autodidattismo nello studio della musica e nella pratica del clavicembalo e dell'organo, esercitandosi otto ore al giorno; studiò musiche di Bach, Händel, ed un gran numero di toccate e sonate di Alessandro e Domenico ; le innovative tecniche tastieristiche presenti nelle sonate del musicista napoletano influenzarono profondamente il suo futuro stile pianistico. Qui ebbe anche l'occasione di conoscere le opere di Ignazio Cirri, pubblicate a Londra, lo stile delle quali è appunto stato definito da Luigi Torchi una sorta di “transizione tra Bach e Clementi”, nel senso del passaggio dal contrappunto allo stile del tardo Settecento.
Le sue composizioni di questo primo periodo sono poche e praticamente sono andate tutte perse.
Fu nel 1770 che Clementi fece la sua prima apparizione pubblica al pianoforte. L'uditorio fu entusiasta dalla sua esecuzione e ciò diede inizio alla carriera di uno dei pianisti da maggiormente di successo della storia. Nel 1774, Clementi fu libero dai suoi obblighi verso Peter Beckford e si trasferì a Londra, dove tra altri impegni, fece diverse apparizioni come solista di clavicembalo in concerti per altri cantanti e svolse il ruolo di “direttore” — dalla tastiera — al King's Theatre, Haymarket nell'ultima parte della sua permanenza a Londra. La sua popolarità aumentò nel 1779 e 1780, almeno in parte grazie al successo delle Sonate op. 2, appena pubblicate. La sua fama e popolarità crebbero rapidamente, al punto da guadagnargli in molti circoli musicali la considerazione di musicista di grande talento.
Clementi iniziò nel 1781 un tour in Europa, recandosi in Francia, Germania e in Austria. A Vienna, Clementi accettò l'invito dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena a partecipare a un “duello” musicale con Wolfgang Amadeus , allo scopo di intrattenere l'imperatore e i suoi ospiti. Entrambi gli artisti furono invitati ad improvvisare ed eseguire selezioni delle proprie composizioni. L'abilità di entrambi questi compositori e virtuosi fu così notevole che l'Imperatore fu costretto a dichiarare la parità.
Il 12 gennaio 1782, Mozart scrisse al padre: “Clementi suona bene, specialmente per quanto riguarda la mano destra. La sua maggiore abilità consiste nei passaggi di terze. A parte questo, egli vale, come gusto e sentimento meno di un kreuzer – in breve egli è semplicemente un tecnico”. In una lettera successiva si spinse oltre dicendo “Clementi è un ciarlatano, come tutti gli italiani.”. Per contro, le opinioni su Mozart che si era fatto Clementi erano tutte entusiasticamente positive.
Ma il tema principale della sonata in Si bemolle Maggiore op. 24 n. 2 di Clementi catturò l'immaginazione di Mozart, che dieci anni più tardi lo usò nella ouverture della sua opera Die Zauberflöte (Il flauto magico). Questo amareggiò Clementi al punto che ogni volta che questa sonata veniva pubblicata egli si sincerava che venisse inclusa una nota che spiegava come questa musica era stata scritta dieci anni prima del Flauto Magico di Mozart.
A partire dal 1782, e per i venti anni successivi, Clementi soggiornò in Inghilterra suonando il pianoforte, dirigendo ed insegnando. Due suoi studenti raggiunsero una certa fama: Johann Baptist Cramer e John Field (che, a sua volta, avrebbe influenzato significativamente Fryderyk Chopin). Clementi iniziò anche a costruire pianoforti ma nel 1807 la sua fabbrica venne distrutta da un incendio. Lo stesso anno, Clementi fece un contratto con Ludwig van Beethoven, uno dei suoi più grandi ammiratori, che gli concesse pieni diritti di pubblicazione su tutta la sua musica. Durante il soggiorno in Inghilterra conobbe e strinse amicizia con il compositore tedesco Karl Friedrich Horn, organista presso la Saint George Chapel di Windsor e fu iniziato nella Massoneria.
La statura di Clementi come editore ed interprete della musica di Beethoven non è certamente minore di quella che si è guadagnato come compositore (sebbene sia stato anche criticato per qualche licenza editoriale, ad esempio qualche “correzione” armonica ad alcune composizioni beethoveniane). Il fatto che Beethoven in tarda età cominciò a comporre (soprattutto musica da camera) in modo specifico per il mercato inglese potrebbe essere collegato col fatto che il suo editore era appunto stanziato lì. Nel 1810 Clementi concluse l'attività concertistica per dedicare tutto il suo tempo alla composizione ed alla costruzione di pianoforti. Il 24 gennaio 1813 a Londra, Clementi, insieme ad altri musicisti professionisti, fondò la “Philharmonic Society of London” che divenne nel 1912 la “Royal Philharmonic Society”. Nel 1830 si trasferì fuori Lichfield e poi trascorse i suoi ultimi, meno emozionanti anni ad Evesham, dove morì all'età di ottant'anni. Fu sepolto nell'Abbazia di Westminster. Si era sposato tre volte.


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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