Scienza, filosofia, religione, politica in Max Planck - Filosofia e ScienzaMax Planck (Kiel, 23 aprile 1858 – Gottinga, 4 ottobre 1947) è stato un fisico tedesco, iniziatore della fisica quantistica e premio Nobel per la fisica; fu anche un ottimo pianista.
Nel 1900 Planck fu il primo ad ipotizzare che gli scambi di energia nei fenomeni di emissione delle radiazioni elettromagnetiche non avvengono in forma continua, ma in forma discreta e proporzionale alla loro frequenza di oscillazione secondo una costante universale (che sarà chiamata costante di Planck). Nel 1901 passò dall’ipotesi quantistica alla vera e propria teoria quantistica: gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, cioè per quantità di energia finite e discrete, indivisibili: i quanti. La teoria gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1918.
Albert Einstein , MAX PLANCK , Solvay conference 1927Nel 1905 annus mirabilis di Albert Einstein, tre suoi documenti furono pubblicati sulla rivista Annalen der Physik. Planck fu tra i pochi che riconobbero immediatamente il significato della teoria della relatività ristretta, che grazie alla sua influenza, fu presto ampiamente accettata in Germania. Mentre l’ipotesi di Einstein dei quanti di luce (fotoni), basata sulla scoperta dell’effetto fotoelettrico da parte di Hertz del 1887, fu inizialmente respinta, fino al congresso Solvay (Bruxelles 1911) dove Einstein riuscì a convincerlo.
A Planck, nominato decano dell’Università di Berlino, fu possibile chiamare Einstein a Berlino e istituire una nuova cattedra per lui (1914). Ben presto i due scienziati divennero amici intimi e si incontrarono spesso per suonare insieme.
Con l’avvento dei nazisti al potere, il clima in tutto il Paese divenne particolarmente difficile per gli ebrei; Planck, ai vertici delle istituzioni scientifiche tedesche, non entrò mai in reale conflitto con le politiche della Germania di Hitler, anzi espresse le sue posizioni in disaccordo con Einstein, che nelle interviste si rammaricava della situazione tedesca.
Il 16 maggio 1933, in qualità di presidente della Kaiser Wilhelm Gesellschaft, ebbe un colloquio con Hitler e gli disse che “ci sono diversi tipi di ebrei, alcuni preziosi per il genere umano e altri di nessun valore” e che secondo lui era giusto fare distinzione. Questa posizione nasceva a seguito dell’espulsione di massa di professori e ricercatori, impossibilitati al mantenimento di lavori presso le pubbliche istituzioni. Hitler rispose: «Un ebreo è un ebreo; tutti gli ebrei si attaccano come sanguisughe. Dovunque c’è un ebreo, immediatamente si radunano altri ebrei di tutti i tipi».
Planck tornò a insistere, dicendo a Hitler che l’espulsione degli ebrei sarebbe stata dannosa per la scienza tedesca. questi, incollerito, rispose: «Le nostre politiche nazionali non saranno revocate o modificate, nemmeno per gli scienziati. Se il licenziamento degli ebrei significa l’annichilazione dell’attuale scienza tedesca, saremo senza scienza per alcuni anni!»


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: