Cecilia Bartoli – Archive – constantinenache/dans contemporan si teatru-dans japonez ButohFrancesco Domenico Araia (Napoli, 25 giugno 1709 – Bologna, 1770 circa), è stato un compositore italiano, fu il primo esponente della scuola napoletana ad essere attivo presso la corte imperiale russa. Tra le opere da lui scritte per la corte vi è Cefalo e Procri, la prima opera in lingua russa.
Araja ricevette la sua prima educazione musicale a Napoli dal padre Angelo Araia e dal nonno Pietro Aniello Araia. Successivamente fu forse allievo di Leonardo Vinci o Leonardo Leo, ed iniziò a comporre all’età di 20 anni. Le sue prime opere vennero rappresentate nei teatri di Napoli, Firenze, Roma, Milano e Venezia. Nel 1735 fu invitato a San Pietroburgo, assieme a una compagnia operistica italiana, e divenne maestro di cappella delle imperatrici Anna ed Elisabetta poi.
La sua La forza dell’amore e dell’odio fu la prima opera italiana rappresentata in Russia. Ad essa seguirono Il finto Nino, ovvero La Semiramide riconosciuta nel 1737, Artaserse nel 1738, Seleuco, con la traduzione in russo ad opera di Sumarokov, andata in scena per la prima volta a Mosca nel 1744, Scipione (tradotta da Adam Olsufiev), a San Pietroburgo nel 1745, Mitridate nel 1747, e altre.
Tutte queste opere erano composte su libretti in italiano; ma nel 1755 Araja compose Цефал и Прокрис (Tsefal i Prokris, Cefalo e Procri), un’opera in tre atti su libretto in russo di Alexander Sumarokov basato sulle Metamorfosi di Ovidio. Venne messa in scena per la prima volta a San Pietroburgo il 7 marzo (27 febbraio secondo il calendario giuliano, allora ancora vigente in Russia) 1755, con scenografie di Giuseppe Valeriani e fu la prima opera con cantanti russi.
Araja fece ritorno in Italia, ma venne richiamato in Russia per l’incoronazione dello zar Pietro III nel 1762. Ben presto, questi viene fatto assassinare dalla moglie, la futura Caterina II, e anche in conseguenza di ciò Araja lasciò definitivamente la Russia. Le sue ultime composizioni furono l’oratorio La Natività di Gesù e l’opera La Cimotea. Morì a Bologna tra il 1762 e il 1770.

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Andrea Natile

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