Piccola messa solenne', di Rossini, en el Pilar - Dante Alighieri – ZaragozaLa Petite messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già presago della sua prossima morte.
«Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso.»
(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Rossini abbandonò la composizione di opere liriche dopo il successo ottenuto con la sua ultima composizione per il teatro, il Guglielmo Tell (1829) dedicandosi alla musica da camera e sacra.
Di questi, due sono considerati tra i migliori capolavori della musica del XIX secolo: lo Stabat Mater, composto tra il 1831 e il 1841, e la Petite messe solennelle, composta nel 1863, cinque anni prima della sua morte ed “ultimo dei miei Peccati di vecchiaia”, come il compositore amava definire i suoi lavori di età senile.
La Petite messe solennelle fu scritta per dodici cantanti, di cui quattro solisti, due pianoforti e un armonium. Rossini la volle anche orchestrare, nel 1867, sia perché spinto da più parti ma, soprattutto, ritenendo che se l’orchestrazione fosse stata fatta da qualcun altro musicista dopo la sua morte, l’opera non avrebbe avuto quella caratteristica per cui la scrisse.

Testo liberamente tratto da wikipedia
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Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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