Ieri in concomitanza con l’anniversario dell’inzio della guerra in Ucraina, la figlia Vera era in Italia ospite di un programma televisivo, ed ha rilasciato un’intervista.
Alla domanda di cosa ricordava della morte di sua madre e se sapesse chi erano i mandati e gli esecutori del assassiniodella mamma, ha risposto: “ne ho un’idea ma non voglio fare nomi, vi dico solo che ci stava preparando ormai da tempo, me e mio fratello. Presentendo che sarebbe andata a finire così, scherzando ci disse: che almeno lo facciano come si conviene ad una signora, con un mazzo avvelenato di rose rosse”.

 

 

 

 

 

 

Anna Politkovskaja . Nata a New York nel 1958 da due diplomatici sovietici di origine ucraina cominciò la sua carriera giornalistica nel 1982 al quotidiano moscovita IzvestijaLe Lasciò quel giornale nel 1993 per lavorare come cronista all l’Obščaja Gazeta. Nel 1998 si recò per la prima volta in Cecenia, come inviata, per intervistare il neoletto presidente Maschadov. Nel giugno 1999 entrò nella redazione della Novaja Gazeta e pubblicò alcuni libri fortemente critici sul Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in merito alla conduzione della seconda guerra cecena, dell’invasione del Daghestan e dell’Inguscezia.
Per le sue dure critiche venne più minacciata di morte.
Nel 2003 pubblicò il suo terzo libro, A Small Corner of Hell: Dispatches From Chechnya, in cui denunciava la guerra brutale in corso dove migliaia di cittadini innocenti erano torturati, rapiti o uccisi dalle autorità federali russe o dalle forze cecene
Nel settembre 2004 mentre si stava recando in volo a Beslan durante la crisi degli ostaggi dopo aver bevuto un tè datole a bordo venne improvvisamente colpita da un malore e perse conoscenza. L’aereo fu costretto a tornare indietro per permettere un suo immediato ricovero e si suppose un tentativo di avvelenamento.
Il 7 ottobre 2006 fu ritrovata morta nell’ascensore del suo palazzo a Mosca. La polizia rinvenne accanto al cadavere una pistola Makarov con quattro bossoli; uno dei proiettili sparati l’aveva colpita alla testa.
Non sono stati individuati i responsabili, ma è da notare una strana coincidenza: la data dell’assassinio, coincide con il compleanno di Vladimir Putin.
Il giorno successivo la polizia russa sequestrò il computer della Politkovskaja e tutto il materiale dell’inchiesta che la giornalista stava realizzando.

Noi oggi gli offriamo proprio un mazzo di rose rosse, senza veleno, ma col profumo che ancora ti ricorda.
Ciao Anna

 

Categorie: Cronaca

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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