Jeanette Scissum

Jeanette Scissum

Nata nel poverissimo Alabama degli anni quaranta, Jeanette Scissum di famiglia molto povera, fu la prima matematica afroamericana a entrare nel Marshall Space Flight Center della NASA, assunta come matematica di livello base nel 1964.

Presto orfana di padre e con cinque fratelli, frequenta una scuola segregata e si diploma brillantemente; vince una piccola borsa di studio che copre parte delle spese per iscriversi all’Università e si guadagna il resto lavorando come centralinista.
Ottiene la laurea magistrale in matematica all’Università di Huntsville e trova un primo lavoro come insegnante alla Councill Training School, l’unico liceo per studenti neri di Huntsville; ma l’insegnamento non è la sua vocazione.
Fa una prima domanda per entrare al Marshall Space Flight Center di a Huntsville, diretto da Wernher Von Braun; ai test le dicono di essere molto qualificata, ma non la assumono.
Sa che al centro NASA di Langley, in Virginia, impiegano da tempo matematiche nere, le cosiddette “calcolatrici”, ci riprova con l’aiuto di un amico e stavolta ci riesce.
Si occupa di analisi matematiche e statistiche; lavora anche ad un programma che servirà a determinare il sito di atterraggio sulla Luna del modulo LEM del progetto Apollo.
Nel 1967 pubblica un rapporto NASA, “Survey of Solar Cycle Prediction Models”, che presentava tecniche per migliorare la previsione del ciclo delle macchie solari.
Negli anni ’70, ha dei significativi avanzamenti di carriera; come scienziata spaziale guida le attività nel progetto dell’Atmosfera, Magnetosfera e Plasmi nello Spazio del Marshall.
Ma è l’unica donna di colore in tutto il reparto e giorno dopo giorno sente sulla sua pelle il disagio della discriminazione.
Nel 1973 si offre di diventare funzionario per le pari opportunità sul lavoro; prende il suo impegno tanto sul serio da mettere a rischio anche la sua carriera.
Nel 1975, scrive un articolo per la National Technical Association sulle “Pari Opportunità di Impiego” dove denuncia le discriminazioni delle donne e dei suoi colleghi neri alla NASA.
Nelle sue parole si legge frustrazione e rabbia:
“Il problema che abbiamo è avanzare nella carriera ed avere delle responsabilità….
È difficile capire. È sempre stato difficile per me capire – la motivazione di tutta questa discriminazione, perché la maggior parte sembra priva di motivo.”
Dopo tredici anni al Marshall, torna all’università per prendere un dottorato in informatica e nel 1979 si trasferisce al Goddard Space Flight Center, vicino Washington, che diventerà il quartier generale NASA; diviene responsabile dell’analisi e della direzione dei sistemi di gestione delle informazioni e di supporto tecnico della NASA.
E’ una delle poche donne nere che ce l’hanno fatta, non solo per lei; grazie al suo lavoro altre la seguiranno.
LIBRO e FILM:
Il diritto di contare , Margot Lee Shetterly

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: