“La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza”.
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(che tu sai bene, perché è la poesia)
qualcosa di buio in cui si fa luminosa la vita:
un pianto interno,
una nostalgia gonfia di asciutte, pure lacrime.
Il testamento Coran
Nel mille novecento quaranta quattro
facevo il famiglio dei Boter:
era il nostro tempo sacro
arso dal sole del dovere.
Nuvole nere sul focolare
macchie bianche nel cielo
erano la paura e il piacere
di amare la falce e il martello.
Io ero un ragazzo di sedici anni
con un cuore ruvido e disordinato
con gli occhi come rose roventi
e i capelli come quelli di mia madre.
Cominciavo a giocare alle carte
a ungere i ricci, a ballare di festa.
Scarpe scure, camicia chiara,
giovinezza, terra straniera!
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