Tiziano Terzani spiega l’armonia degli opposti

Questo è un grande concetto che la cultura occidentale ha dimenticato, ma che aveva in sé: tutto è uno. Questa idea della dicotomia è profondamente sbagliata, niente meglio di un grande simbolo asiatico, cinese, questa ruota dello Yin e lo Yang rappresenta come la vita, l’Universo, è l’armonia degli opposti.

 

Perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è bene senza male. Questo simbolo è perfetto, perché il bianco e il nero si abbracciano e all’interno del nero c’è un punto di bianco e all’interno del bianco c’è un punto di nero.

 

C’è una faccenda sulla quale non riflettiamo mai noi che inseguiamo il piacere in ogni modo: non c’è piacere senza sofferenza. E non c’è sofferenza senza piacere! Solo quando lo capisci, godi del piacere e accetti la sofferenza.

 

Noi non accettiamo che la nostra vita abbia in sé la sofferenza. Non lo accettiamo, non ci piace! E allora prendiamo una pasticca contro questo, iniezioni contro quell’altro, droghe, gioie effimere… per nascondere la realtà che accanto al piacere c’è la sofferenza.

Come applicò questa consapevolezza nell’affrontare il cancro

 

Quando mi sono reso conto di tutto questo, ho capito che era assolutamente inutile continuare. Perché c’è sempre qualcuno che ti dice: “Ma come, non sei stato in America Latina da quella vecchia con la barba in cima alla montagna? O in Siberia, dove c’è quello sciamano di trecento anni che ha guarito il cancro?” A un certo momento ho detto basta: non voglio più sapere niente di tutto questo. Perché ho capito che non è la cura che dovevo cercare, ma la guarigione. E la guarigione è la ricostituzione dell’equilibrio, che chiaramente si era rotto in me.

 

I medici ti raccontano dei geni, del sistema immunitario… ma è come aprire una porta ed entrare in una stanza dove c’è un’altra porta da aprire. C’è sempre un’altra spiegazione perché manca l’ultima spiegazione ed è questo il bello di noi esseri umani.

La bellezza di imparare ad accettare il mistero

Arrivi a un punto in cui devi riconoscere che c’è un mistero che non capiremo mai. Accettiamo il mistero, crediamo al mistero senza pretendere di svelarlo. Allo stesso modo, non cerchiamo una cura ma cerchiamo la guarigione.

 

Io ormai ho capito che il fine della mia vita è un’armonia. Mi circondo della gente a cui tengo e mi preparo a questo ultimo passo della vita senza angoscia, senza la pretesa che troverò una cura.


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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