Claudia Goldin

Claudia Goldin

Il premio Nobel per l’Economia 2023 va alla statunitense Claudia Goldin, professoressa di Economia ad Harvard, è la terza donna a vincere il Nobel per l’Economia.

Nata a New York nel 1946, tra i suoi temi di ricerca ci sono l’analisi delle dinamiche della forza lavoro femminile, la disuguaglianza di reddito, in relazione al cambiamento tecnologico e all’istruzione.
Nei suoi studi la Goldin nota come nei primi anni di lavoro il divario negli stipendi di uomini e donne sia relativamente contenuto; a dieci anni dalla laurea però, e soprattutto dopo la formazione di una famiglia, le disuguaglianze aumentano.
In “Capire il gender gap: una storia economica delle donne americane” pubblicato nel 1990, una storia economica delle donne americane, la Goldin lo ha dimostrato attraverso un accurato lavoro di raccolta e catalogazione dei dati, che analizza il tasso di occupazione femminile negli Stati Uniti tra il 1790 e il 1990.
Questo tasso di occupazione può essere descritto con una curva a forma di “U”, che ne mostra la stretta relazione con l’avanzamento tecnologico dei sistemi di produzione e con i livelli di istruzione richiesti per ricoprire le nuove mansioni.
In epoca preindustriale (fino al 1850 circa) le donne lavoravano aiutando i mariti nei campi o svolgendo altre mansioni da casa. L’industrializzazione ha reso difficile lavorare tra le mura domestiche e questo ha portato a una diminuzione dell’occupazione femminile che ha poi ripreso a crescere nei primi decenni del Novecento.
In “Carriera e famiglia: Il viaggio secolare delle donne verso l’uguaglianza” pubblicato nel 2021, la Goldin ha introdotto il concetto di “lavoro avido”. Un tipo di lavoro strettamente legato al luogo ed ai tempi di fabbrica e d’ufficio, che paga di più chi lavora per più ore o in determinate fasce orarie, compreso il fine settimana, e prevede che il dipendente sia sempre disponibile.
In questo contesto le donne, che si fanno carico della cura dei figli più spesso dei compagni, hanno meno tempo da investire nel lavoro e quindi guadagnano di meno.
Un elemento che fa da freno al successo e ai riconoscimenti nel lavoro femminile è quindi identificato nel matrimonio; si pensi che fino alla prima metà del Novecento le nozze ponevano precisi limiti anche legislativi alle mansioni che le donne potevano ricoprire.
Nella seconda metà del secolo sono le donne stesse ad autolimitarsi: si prefiggono di lavorare un po’ di meno, per un periodo limitato prima di sposarsi, lasciare temporaneamente il mondo del lavoro per avere dei figli, per poi rientrarvi anni dopo.
Per le donne è una questione di “aspettativa” (strana ambivalenza di significato della parola), devono ancora scegliere tra famiglia e carriera.
LIBRO:
Career & Family: Women's Century-Long Journey Toward Equity : Goldin,  Claudia: Amazon.it: Libri
Categorie: Economia

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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