ant descrive la continua tentazione dell'uomo a commettere il male in termine di “male radicale”. Né lui né nessun altro filosofo morale pensava comunque che l'uomo potesse volere il male per amore del male: ogni trasgressione è interpretata da Kant come un'eccezione alla regola, alla legge morale di cui l'uomo riconosce a priori la validità – di modo che il ladro riconosce e approva le leggi della proprietà, augurandosi perfino di esserne tutelato, sebbene commetta una temporanea infrazione per il proprio tornaconto personale. Nessuno vuole essere cattivo. E chi vuole agire a tutti i costi in maniera malvagia cade in un absurdum morale, in un'assurdità morale. Chi fa questo, infatti, entra in contraddizione con se stesso, con la sua stessa ragione, e dunque, secondo Kant, può solo finire per disprezzare se stesso.»
Hannah Arendt, Responsabilità e Giudizio
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