Secondo logica, dico: stabilito che le disgrazie sono fatte per gli uomini, perché arrabbiarsi contro le disgrazie? Sarebbe come arrabbiarsi perché piove, o perché c’ è il sole, o perché si muore. La morte esiste, la pioggia esiste, la cecità esiste: e ciò che esiste va accettato. Disperarsi a che serve? A vederci meglio? Bisogna adattarsi: prima per esempio leggevo molto. Ora mi faccio leggere. E poi proprio cieco non sono: da un occhio, sì, non vedo quasi nulla, ma dall’altro vedo la periferia. Cioè, se mi metto di profilo, io frego l’occhio e la vedo come se stessi di faccia. Posso anche recitare e, infatti, vede: continuo a lavorare, lavoro. Né questo mi rende infelice. Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità, creda a me, non esiste. L’ho scritto anche in una poesia: «Felicità: vurria sapé che d’è / chesta parola. Vurria sapé che vvo’ significà». Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.
Ho studiato Ingegneria Elettronica a Firenze e ho lavorato in aziende di importanza internazionale come Informatico in diversi settori applicativi.
Attualmente i miei interessi principali sono la musica e la storia.
Lo sapevate che… la parola silenzio deriva dal verbo latino silēre= tacere, che a sua volta deriva dal sostantivo “silentium”, assenza di rumori o di suoni. Andando più indietro nel tempo rintracciamo un’antica radice indoeuropea: Leggi tutto…
Laconico Della Laconia, regione greca in cui sorgeva Sparta; estensione Spartano E’ un tipo laconico: persona, essenziale nell’esprimersi (caratteristica attribuita agli spartani); poco loquace. Stile laconico: ciò che è scritto o espresso molto concisamente Leggi tutto…
Dobbiamo inventarci ognuno di noi una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, e per metà libri che ci Leggi tutto…