Il Tango Brasiliano.
Il colonialismo portoghese verso l’America latina e le conseguenti migrazioni verso il Brasile hanno causato l’incontro di culture molto diverse, che si sono trovate a convivere, a partire dal 1500, nello stesso luogo. Le diversità che i diversi gruppi portavano nel proprio bagaglio culturale si sono confrontate. Nel caso della musica brasiliana l’incontro tra culture musicali provenienti da continenti diversi, che non si erano sostanzialmente incontrate prima, ha determinato anche a una ben precisa identità nazionale.
A partire dagli anni ’60 dell’Ottocento, soprattutto nelle condizioni urbane, nacque una forma particolare di musica popolare, il Maxixe, chiamato anche “tango brasiliano”, ma considerato volgare e immorale. Discendeva dal genere Choro, che affonda le sue radici nelle culture musicali africane ed europee.
Dalla fine del 1800 all’inizio del 1900, l’identità del Brasile si è costruita attraverso attività culturali, promosse da intellettuali e politici, anche musicali. Le opere di musicisti brasiliani come Ernesto Nazareth e Chiquinha Gonzaga sono state “cannibalizzate” dal musicista erudito francese Darius Milhaud nel suo balletto musicale del 1920 Le boef sur le toit. A sua volta, la cultura musicale occidentale è stata ‘digerita’ da eminenti compositori come Antonio Carlos Jobim e Joao Gilberto, che hanno rappresentato un’identità brasiliana conosciuta in tutto il mondo attraverso i generi musicali Bossa nova e Jazz samba, e dando un senso a un meticciato culturale localizzato.

Foto: Google

Video: Canale Youtube

 

Andrea Natile


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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