«La musica basta a una vita intera, ma una vita intera non basta alla musica»

Sergej Vasil’evic Rachmaninov – Velikij Novgorod, 1º aprile 1873 – Beverly Hills, 28 marzo 1943 – è stato un compositore, pianista e direttore d’orchestra russo naturalizzato statunitense. Di fama mondiale, è considerato uno dei maggiori compositori e pianisti russi di sempre. Rachmaninov riteneva se stesso soprattutto un compositore piuttosto che un pianista, sebbene lo sviluppo della sua carriera (per certi versi, almeno inizialmente, piuttosto tormentata) sembrasse dimostrare il contrario.
Nato in prossimità di Velikij Novgorod, a Onega, come pensava il compositore stesso, oppure nella tenuta di famiglia a Semonovo, secondo atti ufficiali (venne difatti battezzato a pochi chilometri da lì), visse la sua infanzia con la madre, Ljubov Petrovna Butakova, il padre Vasilij (ex-ufficiale dell’esercito russo), le sorelle Elena e Sofija e il fratello Vladimir, tutti maggiori di età. Circondato dalla musica, all’età di quattro anni imparò a suonare il pianoforte grazie alla madre Ljubov Petrovna e soprattutto al nonno paterno, Arkadij Aleksandrovič che era stato alunno di John Field, con cui eseguiva piccoli pezzi a quattro mani. Quando Sergej nacque, il cugino Aleksandr Ziloti era già un pianista affermato. Altri due fratelli si sarebbero poi aggiunti alla già numerosa famiglia: una bimba di nome Varvara e un bambino di nome Arkadij.
All’età di sei anni, Rachmaninov ebbe la prima lezione di pianoforte con Anna Dmitr’evna Ornazkaja, giovane diplomata del conservatorio di San Pietroburgo. Impressionata dalla naturale abilità di Rachmaninov al pianoforte, nel 1881, l’insegnante lo raccomandò per una borsa di studio allo stesso conservatorio. Fu così che a nove anni Sergej iniziò formalmente a prendere lezioni. Si interessò molto alla musica, ma allo studio sui libri il giovane Sergej preferiva lo svago e i giochi all’aria aperta.
Nel 1882 la famiglia, impoverita a causa dell’assoluta incapacità amministrativa di Vasilij, dovette trasferirsi a San Pietroburgo in un piccolo e squallido appartamento. La situazione familiare divenne tragica quando i bambini furono colpiti da un’epidemia di difterite; Sofija fu l’unica a essere contagiata in modo grave e non sopravvisse. Il padre, nel frattempo, aveva sperperato tutto il patrimonio frutto dell’eredità di Ljubov; abbandonò la famiglia lasciando alla moglie la custodia dei bambini che si trovarono così in condizioni di precarietà. Senza soldi e con la minaccia che suo figlio potesse essere espulso dal conservatorio, Ljubov chiese aiuto al cugino Aleksandr Ziloti che pensò di affidare il giovane Sergej a Nikolaj Sergeevič Zverev che era stato il suo primo insegnante, eccellente docente, ma piuttosto severo. Venne deciso così che Rachmaninov continuasse a studiare al conservatorio; poco tempo dopo perciò il giovane fu mandato a Mosca per diventare un allievo di Zverev.
Il trasferimento a Mosca
Sergej venne inizialmente ospitato, per i primi giorni, dalla zia Varvara Arkad’evna Satina, madre di Ziloti, per poi essere accolto nella casa del maestro dove condivise lezioni, vitto e alloggio con altri studenti. Zverev, ospitandoli gratuitamente, pretendeva però obbedienza e rispetto totale delle sue istruzioni. Gli insegnamenti, inizialmente solo di pianoforte, avvenivano sia in casa sia al conservatorio. Gli intensi piani giornalieri di studio fecero sì che Rachmaninov diventasse più calmo e riflessivo.
In questo periodo egli ebbe occasione di conoscere, in appassionanti serate musicali presso il salotto di Zverev, musicisti russi dell’epoca, tra cui Čajkovskij, con cui Rachmaninov strinse subito una forte relazione e dal quale riceverà un’influenza importantissima. Molti altri musicisti, quali Sergej Taneev e Anton Arenskij, professori, artisti e attori, tutti interessati alla musica, si alternavano nell’abitazione del maestro.
Dopo circa tre anni di studio con Zverev Sergej ottenne il diploma di primo grado e a quindici anni iniziò a studiare, sotto le direttive di Sergej Taneev e Anton Arenskij, la tecnica del contrappunto e dell’armonia ed entrò nella classe di pianoforte tenuta dal cugino Aleksandr Ziloti. Il conservatorio di Mosca offrì a Rachmaninov la prima possibilità di esprimersi come compositore e dedicarsi a scrivere le sue prime partiture. La nuova “necessità” di comporre mostrata da Rachmaninov si scontrò con le idee di Zverev che vedeva ciò come uno spreco del talento espresso fino ad allora sulla tastiera. Il giovane Sergej chiese al maestro di poter avere un pianoforte personale con cui scrivere la sua musica; il rifiuto di Zverev degenerò in un’accesa discussione che si chiuse con la rottura dei rapporti fra i due. Rachmaninov dovette pertanto lasciare l’abitazione del suo insegnante e fu nuovamente accolto in casa della zia Varvara.
Gli esordi da compositore
Nel 1887 terminò a Mosca le partiture di tre Notturni, una Suite e lo Scherzo in Fa maggiore per orchestra. Di queste composizioni giovanili le migliori risulteranno essere, scritte fra il 1890 e il 1891, il poema sinfonico Il principe Rostislav e il primo concerto per pianoforte e orchestra; Rachmaninov scrisse in quel periodo anche alcuni pezzi per pianoforte solista ed alcune canzoni. Già da queste prime composizioni il giovane musicista dimostrò la sua tendenza a uno stile eterogeneo e a un’espressività postromantica.
Un anno prima di terminare gli studi di pianoforte al conservatorio, Rachmaninov chiese di anticipare l’esame finale; il motivo nasceva dal fatto che il cugino Aleksandr voleva lasciare l’insegnamento a fine anno e Sergej, per non passare con un altro insegnante, preferiva terminare prima. Dimostrando una grandissima abilità al pianoforte, si presentò all’esame a fine maggio e si diplomò proprio un anno prima del previsto presentando la Sonata Waldstein di Beethoven e il primo tempo della Sonata n. 2 di Chopin. Continuò comunque a studiare per il diploma di composizione ma, sopportando sempre meno l’ambiente del conservatorio, chiese anche ad Arenskij di anticipare l’esame alla primavera successiva. Il 30 gennaio 1892 Rachmaninov partecipò al suo primo concerto ufficiale eseguendo, oltre a brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij, anche due sue composizioni: Due pezzi per violoncello e pianoforte e il Trio élégiaque. A marzo gli venne affidato il soggetto per il diploma; si trattava di Aleko, su testo di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko tratto dal poema Gli zingari di Puškin. Rachmaninov scrisse in sole due settimane l’opera, orchestrazione compresa, lasciando stupefatto il suo insegnante. Il 7 maggio 1892 ottenne il massimo dei voti e venne insignito della Gran Medaglia d’Oro. In poco tempo, dopo il diploma, scrisse il Preludio in do diesis minore, composizione a cui rimarrà legato in modo indissolubile per tutta la vita.

Testo: Liberamente tratto da Wikipedia
Immagini: Google Search
Video: Youtube

Andrea Natile

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Sergej Rachmaninov – Rivoluzione russa e il trasferimento negli Stati Uniti – 4

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Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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