Su Rai5 (canale 23) una serata dedicata a Mario Del Monaco - RAI Ufficio StampaMario Del Monaco è stato considerato uno dei più grandi tenori lirici del XX secolo. Il suo stile unico e la sua voce potente gli hanno permesso di interpretare alcuni dei ruoli più difficili dell’opera lirica, tra cui Otello di Verdi e Canio in Pagliacci di Leoncavallo. La sua interpretazione di Otello in particolare è stata considerata tra le più emozionanti e convincenti di sempre.

Del Monaco è stato anche famoso per la sua intensa interpretazione scenica. Era noto per immergersi completamente nei personaggi che interpretava, e per esprimere le emozioni con grande intensità. La sua interpretazione di Otello, ad esempio, era così intensa che spesso lasciava il palcoscenico esausto e coperto di sudore.

Wikimusic | Mario Del Monaco | Rai Radio 3 | RaiPlay SoundNote Biografiche

Mario Del Monaco (Firenze, 27 luglio 1915 – Mestre, 16 ottobre 1982)
Nacque da padre napoletano, che svolse per qualche tempo l’attività di critico musicale a New York, e madre fiorentina con origini siciliane, che possedeva voce di soprano e che egli definì “la mia prima musa”.
Dopo aver studiato inizialmente violino come autodidatta, si rese conto che la sua reale passione era il canto. Il maestro Raffaelli ne riconobbe il talento e lo aiutò negli inizi. Dopo che la famiglia si stabilì a Pesaro, fu allievo di Arturo Melocchi al conservatorio Rossini. Nel 1936 vinse una borsa di studio per un corso di perfezionamento alla scuola del Teatro dell’Opera di Roma, dove però il metodo di insegnamento inadatto alle sue caratteristiche vocali gli procurò problemi, che il suo precedente maestro contribuì in seguito a risolvere.
Appassionato di pittura e scultura, si diplomò anche alla Scuola d’Arte di Pesaro. Nel 1941 sposò Rina Fedora Filippini, conosciuta durante la scuola a Roma e che l’anno seguente gli diede un figlio. Debuttò a Cagli nel 1939 in Cavalleria rusticana, mentre il primo successo risale al 31 dicembre 1940 in Madama Butterfly al Teatro Puccini di Milano. Dopo un periodo di attività irregolare a causa della guerra, dal 1945 la carriera decollò: nel 1946 esordì all’Arena di Verona in Aida e vi fu il debutto internazionale a Londra (Tosca e Pagliacci), nel 1947 all’Opera di Roma (Carmen e Cavalleria rusticana) e nel 1949 alla Scala in Andrea Chénier. Una svolta fu il debutto nel 1950 al Teatro Colón di Buenos Aires nell’Otello verdiano, ruolo a cui legò indissolubilmente il suo nome.
Oltre alla frequente presenza alla Scala e negli altri principali teatri italiani (con una particolare affezione per Firenze), apparve regolarmente al Metropolitan di New York dal 1950 al 59 e fu il primo cantante italiano del dopoguerra ad esibirsi al Teatro Bol’šoj di Mosca, dove il fanatismo suscitato dalle sue interpretazioni di Carmen e Pagliacci indusse le autorità sovietiche a conferirgli l’Ordine di Lenin, massima onorificenza dello stato.
Interpretò l’Otello verdiano in 427 recite e fu protagonista di storiche edizioni di Fanciulla del west (Firenze 1954), Norma (La Scala 1955), Ernani (Firenze 1957), Sansone e Dalila (Met 1958), I Troiani (La Scala 1960).
Nel 1964 un grave incidente automobilistico lo costrinse a interrompere temporaneamente l’attività.. Lasciò le scene con Tosca ad Amburgo nel febbraio del 1976. e.
Visse gli ultimi anni nella sua villa di Lancenigo presso Treviso, dedicandosi all’insegnamento fino alla morte.

Note Biografiche liberamente tratte da Wikipedia
Immagini Google Search
Video Youtube


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: