La Triangle Shirtwaist Company produceva le camicette alla moda di quel tempo, le cosiddette shirtwaist.
La fabbrica era nei 3 piani più alti di un edificio in un quartiere di Manhattan; un palazzo a 10 piani a New York City, poco ad est di Washington Square Park.

La compagnia occupava circa 500 lavoratori, la maggior parte giovani donne immigrate dalla Germania, dall’Italia e dall’Europa dell’est. Alcune avevano solo 12 o 13 anni e facevano turni di 14 ore per una settimana lavorativa che andava dalle 60 alle 72 ore. Il salario medio per le lavoratrici andava dai 6 ai 7 dollari la settimana.

La Triangle Shirtwaist Company era diventata già famosa prima del 1911. Il massiccio sciopero delle operaie tessili iniziato il 22 novembre 1908, conosciuto come “la protesta delle 20.000”, iniziò come protesta spontanea alla Triangle Company.
La International Ladies’ Garment Workers’ Union negoziò un contratto collettivo di lavoro che copriva quasi tutti i lavoratori dopo uno sciopero di 4 mesi, ma la Triangle Shirtwaist rifiutò di firmare l’accordo.

Le condizioni di lavoro erano terribili: le lavoratrici erano costrette a lavorare in un ambiente sovraffollato e senza nessuna misura di sicurezza.
Le condizioni della fabbrica erano quelle tipiche del tempo; tessuti infiammabili, stipati dappertutto, scarti di tessuto sparsi per il pavimento, gli uomini che lavoravano come tagliatori a volte fumavano, l’illuminazione era fornita da luci a gas aperte e c’erano solo pochi secchi d’acqua per spegnere gli incendi.

Il 25 marzo 1911 alle 16:45 del pomeriggio un incendio è iniziato quando un fiammifero o una sigaretta mal spenta ha innescato una scintilla. Le pile di tessuti hanno fatto il resto, le fiamme divamparono a partire dall’ottavo piano.

L’incendio uccise 146 persone; la maggioranza erano le giovani donne italiane ed le ebree dell’Europa orientale.
62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita. Gli operai erano chiusi a chiave per paura rubassero o facessero troppe pause.

I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, si misero in salvo e li lasciarono morire intrappolati. Il processo che seguì li assolse, e l’assicurazione pagò loro 60.000 dollari per i danni subiti (corrispondenti a circa 400 dollari per ogni morto), ma il risarcimento alle famiglie fu solo di 75 dollari. Fu quasi un affare.

L’incendio fu uno dei peggiori disastri industriali della storia degli Stati Uniti ed ebbe un impatto profondo sulla società americana; portò all’adozione di leggi per migliorare la sicurezza sul lavoro.
La lotta per i diritti dei lavoratori che ne scaturì, stimolò la creazione di sindacati, e portò alla creazione dell’ufficio federale per la sicurezza sul lavoro

La giornata internazionale della donna, celebrata l’8 marzo di ogni anno, è stata istituita ufficialmente nel 1975 dalle Nazioni Unite. Vennero adottati la Dichiarazione di Copenaghen sull’uguaglianza delle donne e il Piano d’azione di Copenaghen per l’uguaglianza,
definiti nella Conferenza di Copenaghen del 1910.

L’uguaglianza di genere, la violenza contro le donne, l’accesso all’istruzione e alla salute riproduttiva, il lavoro e la partecipazione politica delle donne, sono dovuti un po’ anche alle lotte generate da quel triste episodio.

 

Categorie: LibriStorie

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: