Bobby Fischer

Bobby Fischer

Bobby Fischer è stato il solo americano a diventare campione del mondo di scacchi.
Il suo successo contro l’impero russo degli anni 60 e 70 ha fatto appassionare un’intera generazione di giocatori.
Nel 1949 la sua famiglia traslocò a New York quando aveva sei anni e lui iniziò a giocare in torneo nei circoli di Brooklyn, cominciando ad attrarre l’attenzione. Nel 1956 vinse i Campionati Giovanili USA e nel 1957 il Campionato U.S. Open, il più giovane di sempre a vincerli.
Aveva appena 14 anni, quando partecipò al suo primo Campionato Nazionale affrontando i migliori giocatori americani; vinse il torneo in modo netto, diventando campione USA, il più giovane Maestro Nazionale della storia americana. In seguito avrebbe vinto altri sette titoli consecutivi.
Giocò alcuni match in Jugoslavia per prepararsi all’Interzonale del 1958 e grazie al piazzamento tra i primi 6, si qualificò per il Torneo dei Candidati. Raggiungere questa fase del ciclo di un campionato mondiale gli valse il titolo di Grande Maestro.
Quinto nel Torneo dei Candidati del 1959, abbandonò gli studi per dedicarsi a tempo pieno agli scacchi. Nel 1962 Fischer divenne il primo giocatore non-sovietico a vincere un torneo Interzonale e si qualificò per il Torneo dei Candidati dello stesso anno.
Nel 1964 con 11 su 11 fece l’unico punteggio perfetto nella storia del torneo e nel 1967 vinse il suo ottavo Campionato USA.
Nel 1968 Fischer si prese un periodo sabbatico dal gioco giocato e scrisse il suo libro, “60 Partite Da Ricordare”, tuttora considerato uno dei migliori libri di scacchi di sempre.
Nel 1970 tornò in campo e si qualificò al Torneo dei Candidati del 1971 sconfiggendo il GM Mark Taimanov per 6-0 ai quarti di finale ed impose lo stesso punteggio anche sul GM Bent Larsen in semifinale.
Nel suo match di finale ai Candidati, contro l’ex Campione del Mondo e GM Tigran Petrosian, vinse la prima partita, raccogliendo la 20esima vittoria consecutiva. Questa serie di partite è considerata da molti la miglior performance individuale di sempre.
Nella partita successiva Petrosian fermò questa valanga di record, ma non riuscì a sbarrargli l’accesso al Campionato del Mondo del 1972.
Era fatta, nel 1972 Fischer affrontò il Campione del Mondo e GM Boris Spassky in un match definito: “il Match del Secolo”.
Un evento del più alto interesse a livello globale di qualsiasi altro campionato mondiale di scacchi svoltosi prima o dopo: era una battaglia che assumeva un significato che andava molto oltre le dimensioni della scacchiera.
Per lungo tempo i sovietici avevano avuto il monopolio, tutti i match per il campionato del mondo successivi alla seconda guerra mondiale erano stati giocati tra due sovietici.
Fischer, quell’eccentrico americano di 29 anni, molto polemico, asseriva che i giocatori dell’URSS ottenessero un vantaggio sleale concordando brevi patte tra di loro nei tornei, per riposarsi, aveva fatto una campagna contro questa pratica.
Fischer contribuì a caricare di significato politico la partita; l’aveva descritta «il mondo libero contro i russi bugiardi, bari ed ipocriti».
La sfida che per la prima volta sarebbe stata trasmessa in televisione, doveva disputarsi a Reykjavík, capitale dell’Islanda, tra l’11 luglio e il 3 settembre.
Ma Fisher non si presentò per la cerimonia d’apertura e sembrò addirittura incerta lo stesso incontro. Si stava rivelando impossibile soddisfare molte delle sue richieste, fra le quali c’era il 30% dell’incasso.
Il testardo comportamento di Fischer era pieno di contraddizioni: voleva assolutamente giocare la partita, ma opponeva argomenti apparentemente pretestuosi e banali. Alla fine, dopo un raddoppio del premio in denaro e una telefonata di Henry Kissinger in persona, volò in Islanda.
Una battaglia da vincere a tutti i costi, che si incastrava nello scenario della Guerra Fredda; gli Americani si erano appena aggiudicati lo sbarco sulla Luna, i Russi volevano vendetta.
Nonostante l’apertura del match con uno 0-2, perdendo tra l’altro la seconda partita a forfait, Fischer vinse l’elettrizzante terza partita spiazzando l’avversario con una inconsueta apertura.
L’incontro finì per 12,5 a 8,5: quella battaglia era vinta.
Bobby Fischer, il giocatore più famoso di sempre, amato e odiato, è ancora una leggenda, per molti il più forte mai comparso sulla faccia della Terra. I suoi capricci, le sue manie di persecuzione la sua storia è una parabola che cresce in fretta e, altrettanto in fretta, si eclissa.
Un declino umano più che scacchistico, che lo condurrà alla morte, nella solitudine dei ghiacci d’Islanda, dimora dei duoi spiriti e dei suoi fantasmi., incapace di scindere la sua vita dal gioco,
morì il 17 gennaio 2008, all’età di 64 anni tanti quante le caselle della scacchiera.
Fischer, dal carattere “tignoso”, era però un giocatore completo, diverse generazioni di scacchisti hanno imparato dal suo gioco e dai suoi libri. Tre Imperdibili film sono ispirati a lui.

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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