Mi capita, per gran parte della giornata, di ascoltare storie di vita, narrazioni incredibili e dolorose, misteriose e allucinanti, appassionate e reticenti…
Mi piace ascoltare le storie, come da ragazzino mi piaceva leggere i romanzi che mio padre collezionava nella grande libreria del suo studio.In ogni romanzo vi sono momenti in cui i protagonisti prendono “fischi per fiaschi”, vengono ingannati dall’apparenza o catturati da equivoci ed incomprensioni. Spesso, come nelle grandi tragedie, qualcuno costruisce trappole di senso, dissemi na ostacoli lungo i percorsi, spinge verso labirinti da cui è estremamente difficile uscire.
Gli amanti si lasciano per un’incomprensione e si ritrovano, dopo molti anni, grazie ai giochi del caso ed allora, solo allora, ci si racconta la storia e si svelano i motivi della loro lontananza.
In altri casi tutto è estremamente chiaro, la realtà è sotto gli occhi dei protagonisti, che pure non vogliono accettarla, non possono credere all’evidenza.
La realtà soggettiva supera quella oggettiva e la donna innamorata continua a svegliarsi ogni mattina pensando con amore all’uomo che ha distrutto la sua vita.
“Come posso fare a liberare la mia mente dall’uomo che amo?”
La “passione” è anche un percorso di sofferenza in cui tutto è confuso, tutto è particolarmente “sconvolgente”.
La vita vera è troppo spesso più incredibile di un romanzo, e per vita vera intendo quella che i mariti difficilmente raccontano alle mogli, quella che quasi mai le mogli raccontano ai mariti,
quella che troppo volte gli esseri umani negano persino a se stessi.

Vincenzo Ampolo


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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