Deianira
Ricordo perfettamente il luogo di questo incontro e la paura/aggressività che aleggiava tra coloro che avrebbero dovuto occuparsi di questa adolescente. Riporto parte del colloquio così come fu registrato a suo tempo: Da alcuni anni sento una presenza diabolica intorno a me che mi parla e mi chiede delle cose, delle cose terribili. Riesci a vedere questa presenza? Sì, da qualche tempo ho cominciato a vederla. Che aspetto ha? Ha le fattezze di un uomo di mezza età, veste con un mantello nero ed ha un riso satanico e malvagio. Cosa fa, cosa ti chiede questa presenza? Lui gode nel vedere il sangue. Mi spinge a tagliarmi… a tagliuzzarmi le braccia con una lametta. A volte mi spinge ad aggredire i miei compagni, a dare morsi e succhiotti mirati a far uscire del sangue. Spesso lo sento succhiar del sangue dal mio collo. Lo temo, ma nello stesso tempo questo mi eccita molto. Mi viene alle spalle e mi prende… Mi lascia senza forze. Vuoi dire che provi piacere ad aggredire e ad essere aggredita? Sì, una volta mi sono tagliata, ho preso con le mani il sangue e me lo sono spalmato sulla faccia. Mi sono guardata allo specchio. Quella faccia piena di sangue finalmente era la mia.A volte lui mi spinge ad aggredire gli altri, mio fratello più piccolo, lo odio. Spesso lo pizzico fino a farlo piangere, così sto meglio. Una volta ho preso un coltello… Che sentimenti hai verso questa presenza? Ne ho paura, mi sento perseguitata… eppure in qualche modo credo di amarlo. Lui solo sa capirmi, facendomi del male mi aiuta. In che modo cerchi di vincere la paura nei suoi confronti? La sera prima di andare a letto devo ordinare la mia stanza secondo regole precise.
I vestiti devono formare una figura coperta con un abito bianco. Le sedie vanno sistemate vicino ai muri. I soprammobili devono essere coperti. Le scarpe devono stare appaiate… per non sentirsi escluse. Tutto questo mi rassicura, assecondandolo riesco a calmare ciò che mi agita dentro. Hai mai cercato di reagire? All’inizio ci provavo. Mi ripetevo: “Non ti sento! Non ti sento! Non ti sto ascoltando!” Ora capisco che è inutile. Lui è più forte. Molto più forte. Inizio a pensare che dovrò conviverci per sempre. Hai mai provato dei sentimenti per un ragazzo? Hai mai avuto rapporti intimi? Non posso parlare di questo ora, non posso parlare, … non siamo soli in questa stanza. Vuoi dire che c’è, che ci ascolta…? Sì… Dov’è? È lì! Indica alle mie spalle dove guarda come ad ascoltare qualcuno che parla.
Come una qualsiasi adolescente alle prese con un problema più grande di lei, Deianira si difende ostentando una sicurezza che non possiede ma che pure lascia intravvedere un sentimento di estrema solitudine dove i fantasmi della propria mente sembrano diventare reali e la realtà viene trasfigurata in visioni codificate, tali da apparire come allucinazioni e deliri.

Vincenzo Ampolo

Categorie: Psicologia

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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