Risultati immagini per ballo di gruppo pizzica tarantata

La coscienza ritmica
Insomma, qui la storia la sto mandando giù dura e sento che abbiamo tutti bisogno di un po’ di leggerezza, di un tip tap sotto la pioggia o meglio di una bella pizzica salentina, ballata al chiaro di una luna araba situata in cima ad una torre sul mare. Scelgo la seconda ipotesi e vi porto con me tra i miei amici musicisti dai quali ho appreso le dinamiche del corteggiamento e della sfida, dell’incanto e della trance o transe come direbbe il mio ultimo maestro Georges Lapassade.

Risultati immagini per ballo di gruppo pizzica tarantataEd eccoli i veri protagonisti, prima ancora dei musicisti ufficiali, è il popolo dei tamburellisti che si impossessadella festa. Prevalentemente maschi, di tutte le età, suonano in cerchio con un unico ritmo che sembra battuto da una mano sola. Al centro, una prevalenza di donne-bambine che danzano fino allo sfinimento. Il ritmo ossessivo innesca un procedimento magico con il quale è possibile “imprigionare certe forze ed esorcizzarne delle altre”. Il vero significato del ballo sta nei sentimenti e nelle emozioni che prova il danzatore.

Risultati immagini per ballo di gruppo pizzica tarantataQuesti sentimenti e queste emozioni sono stimolati dalla musica e dal suo ritmo, dal significato storicamente condiviso di quella particolare musica, dall’ambiente che si crea e dallo stato d’animo del singolo danzatore. Il più delle volte un’espressione di gioia e di allegrezza, legata al corteggiamento, può diventare un allenamento alla sfida e al combattimento o addirittura un modo rituale per elaborare il lutto. Una tendenza naturale e istintiva accomuna le mirabili quadriglie che intrecciano le mosche nell’aria, il saltellare dei selvaggi intorno ad un albero o ad un totem, le corse gioiose ed i movimenti rotatori che compiono i bambini intorno a se stessi o al corpo della propria madre.

Risultati immagini per ballo di gruppo pizzica tarantataDovremmo creare anche nel Salento, così come in America, dei “Circoli di percussione” capaci di operare nelle case di riposo, nelle scuole, nelle prigioni, nei reparti di psichiatria. Dovremmo utilizzare la nostra eredità culturale anche per guarire da ciò che ci umilia e ci offende, per guarire dalla disarmonia che impera fuori, intorno e dentro di noi.

Vincenzo Ampolo


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

1 commento

Andrea · 21 Marzo 2018 alle 14:49

A Torrepaduli, una frazione di Ruffano, a Ferragosto si tiene una festa di origine antichissima la Festa di San Rocco. A Casarano, dove sono nato, il balcone di casa mia, dava su via Ruffano.
Ricordo la Gente che passava sotto casa,
prima piccoli gruppi… all’alba… ragazzi rumorosi
poi intere comitive… intere famiglie… coi bambini… le cose da mangiare… il vino da bere
si mettevano in cammino… Pellegrini
Sin dal mattino presto per andare ad onorare il Santo.
Poi… c’era la festa… i fuochi… i balli fino a notte fonda… l’ubriacatura.
La Taranta… i pizzicati dalla Taranta… impazziti… in trance
in estasi… estraniati… con il cuore e la testa altrove
come i dervisci di Konya
posseduti… li a mediare tra te e l’inconoscibile…
con il ritmo che incalza e ossessivo prende anche te
Infine il rientro… il ritorno alla dura Normalità.

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