“Appeso ad un filo vi era un tappeto realizzato con un numero svariato di vestiti.
Pantaloni, camicie, magliette, gonne e vestiti intimi, di diverso colore, erano cuciti insieme in modo da formare un grande tappeto rettangolare.Ogni singolo pezzo di vestiario che concorreva a comporre il tappeto era contrassegnato da un numero. “
Umberto Eco – Sogno di Piero
Per Umberto Eco, il testo è una “macchina pigra”: non può comunicare senza l'aiuto del fruitore.
Questo “tessuto” (textus), formato da un insieme di parti coerenti, é privo di senso fino a quando non è interpretato.
Il “senso” oltrepassa “il segno” , ed è opera di chi legge.
In un mondo deserto la scrittura diverrebbe l'inspiegabile assoluto, il messaggio cifrato e indecifrabile nella bottiglia.
La scrittura parla al lettore e non parla di sé, ma di lui stesso.
Quando la scrittura non parla del lettore, quando non riesce ad avere le dimensioni della sua esistenza, non viene raccolta, il suo messaggio non viene interpretato, perchè il lettore non ha più un codice per interpretarlo.
La scrittura è anche un darsi al lettore, darsi al bisogno del lettore, al suo ascolto.
Il dire ed il dirsi della scrittura acquista significato proprio in questo darsi, in questo confronto ed in questa mediazione.
V. Ampolo
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