Potsdam è una città di 160.000 abitanti della Germania, capitale e centro maggiore del Land del Brandeburgo. Si trova immediatamente a sud-ovest di Berlino. E’ una importante sede universitaria.
Indicata talvolta come “la Versailles tedesca”, è nota per il gran numero di palazzi e parchi che furono usati come residenze dai re di Prussia.

Storia
La prima menzione scritta della città è in un atto di donazione dell’imperatore Ottone III alla città di Poztupimi datato 3 luglio 993.

Nel 1157 Alberto l’Orso conquista la città e fonda la Marca di Brandeburgo, ponendola di fatto sotto la protezione del Sacro Romano Impero. Potsdam fu fino al XII secolo la pietra angolare del confine sud-orientale della Marca; sulle rive dell’Havel fu costruito un castello in pietra. Dal 1317 viene definita città fortificata con il nome di Postamp. Nel 1345 riceve il diritto di nominarsi città ma non si sviluppò oltre dal diventare un piccolo mercato urbano. Dal 1416 alla fine della Prima guerra mondiale Potsdam rimase sotto il dominio degli Hohenzollern. La città fu distrutta due volte da incendi e dalla guerra dei trent’anni.
Nel 1653 il principe elettore Federico Guglielmo riesce a limitare il potere della nobiltà terriera, inaugurando l’assolutismo nel Brandeburgo. Il suo regno è stato uno dei più influenti nella storia di Potsdam. Riscattò molti terreni ipotecati ed alcune aree urbane unendo il tutto in un’unica proprietà e nominò la città come seconda residenza regale in aggiunta a Berlino. Con il rifacimento del castello di Potsdam e l’abbellimento dei parchi circostanti inaugurò un periodo di forte sviluppo economico.
Nel 1685 emanò l’editto di Potsdam, conosciuto anche come editto della tolleranza. Grazie a questo migliaia di protestanti (molti di cui ugonotti francesi) si rifugiarono nei territori brandeburghesi popolando vaste zone prima disabitate e importando manodopera qualificata.
Sotto il “re soldato” (“re sergente”) Federico Guglielmo I di Prussia la città divenne sede di un’importante guarnigione. Ciò portò ad un notevole aumento della popolazione e richiese la costruzione di nuove aree residenziali. Dal re furono fatte costruire tre delle chiese principali: la chiesa della guarnigione (Garnisonkirche), la chiesa di San Nicola (St. Nikolaikirche) e la chiesa del Santo Spirito (Heilig-Geist-Kirche). A Federico Guglielmo si deve anche l’istituzione del collegio militare (Großes Militärwaisenhaus) nella Breiten Straße. Qui i figli dei militari, soprattutto se orfani, venivano accuditi, istruiti e in seguito addestrati. Questi edifici sono ancora oggi parte importante del profilo architettonico di Potsdam.

Federico il Grande
Suo figlio Federico II di Prussia, detto anche Federico il Grande, apprezzava le idee illuministe e da queste si fece ispirare per la riforma dello stato prussiano. Decise definitivamente di eleggere Potsdam a unica residenza regale, commissionando quindi molteplici opere per modificare strade, piazze, palazzi e parchi. Tra gli innumerevoli interventi si ricordano il rimodernamento del vecchio mercato (Alter Markt), la facciata barocca del municipio. Iniziò inoltre i rifacimenti di quello che sarà poi il parco di Sanssouci, il cui annesso castello divenne dal 1745 la sua residenza estiva. In seguito si aggiunse anche il Neues Palais. Il castello cittadino ed il parco Lustgarten divennero invece le sedi invernali della reggia. Importante fu l’attività dell’architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff.

Nell’ottobre 1806 Napoleone con le sue truppe raggiunse la città, visitando tra l’altro la tomba di Federico il Grande nella cripta della chiesa della guarnigione. L’occupazione francese portò effetti duraturi nella riforma del sistema politico. Dopo la sconfitta di Napoleone, Federico Guglielmo III convogliò dal 1815 lo sviluppo cittadino verso una concezione meno militaristica e più amministrativa. Fece trasferire molti impiegati statali nella città e nel 1838 inaugurò la prima ferrovia dello stato Prussiano: la Potsdam-Berlino.
Nel marzo 1848 moti popolari sconvolsero Berlino. Il popolo chiedeva una costituzione liberale. Il re Federico Guglielmo IV si rifugiò a Potsdam. All’esterno del Neues Palais si erano radunati alcuni militari ammutinati che però vennero dispersi dalle truppe di élite. Dopo il caos provocato da questa mal riuscita rivoluzione, la restaurazione provò a ristabilire l’ordine inaugurando ambiziosi progetti architettonici, come la chiesa cattolica dei Santi Pietro e Paolo (Peter-und-Paul-Kirche). Nel 1911 Potsdam venne dotata di un porto per dirigibili e nello stesso anno furono fondati gli studi cinematografici di Babelsberg.

Nel 1914 l’ultimo re di Prussia ed imperatore tedesco Guglielmo II firmò proprio nel Neues Palais la dichiarazione di guerra alla Triplice intesa.[9] Con la fine della prima guerra mondiale finisce anche l’era della monarchia. La rivoluzione di novembre costringe nel 1918 il Kaiser all’esilio nei Paesi Bassi. La città di Potsdam perde definitivamente il titolo di residenza reale.
Repubblica di Weimar e nazionalsocialismo
Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1945, un violento bombardamento condotto dalla RAF ne devastò il centro storico, tra cui il castello cittadino sull’Alter Markt, lasciando però indenni la maggior parte dei palazzi del parco di Sanssouci. Al termine del conflitto Potsdam fu sede dell’omonima conferenza, che iniziò il 17 luglio 1945 e si protrasse fino al 2 agosto nel Palazzo Cecilienhof, con la quale si suddivise Berlino in quattro settori di occupazione.
Occupazione sovietica e Germania Est
Incorporata nella zona di occupazione sovietica della Germania, dal 1949 parte della Repubblica Democratica Tedesca, fu capoluogo dal 1952 al 1990 dell’omonimo distretto, ricavato dallo smembramento del Brandeburgo.
Il muro (1961-1989) lambì anche Potsdam, per separarla dal lato occidentale berlinese. È a tal proposito piuttosto celebre il Glienicker Brücke, detto anche Ponte delle Spie, usato per scambi di spie fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

Testo liberamente tratto da Wikipedia
Foto Andrea Natile


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: