Nato a Pesaro (a quel tempo nello Stato Pontificio) il 29 febbraio 1792, da Giuseppe Rossini e Anna Guidarini, il Cigno di Pesaro, come fu definito, impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie.
  La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe – detto Vivazza (1764-1839) – fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava la tromba per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d’occupazione; la madre, Anna Guidarini (1771-1827), era nata a Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini era costretta a frequenti trasferimenti da una città all’altra tra Emilia e Romagna.
Così il giovane Rossini trascorse gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo la restaurazione del governo pontificio. Dal 1802 la famiglia visse per qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprese i primi rudimenti di teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi. Gli abitanti di Lugo consideravano Rossini loro cittadino adottivo e lo soprannominarono Cignale di Lugo.
Nel 1804 compose le Sei sonate a quattro. Successivamente la famiglia si trasferì a Bologna, dove Rossini iniziò lo studio del canto (fu contralto e cantore all’Accademia filarmonica), del pianoforte e della spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti. Nel 1806, a quattordici anni, si iscrisse al Liceo musicale bolognese, studiando intensamente composizione e appassionandosi alle pagine di Haydn, Mozart (è in questo periodo che guadagnò l’appellativo di tedeschino), Palestrina e Cimarosa; sempre in quegli anni scrisse la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812).
Trasferitosi a Napoli negli anni 1815-1822, si legò al soprano Isabella Colbran, primadonna dei teatri partenopei, maggiore di lui di otto anni, che sposò infine a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separò legalmente nel 1837. In realtà, i due coniugi vivevano separati già dal settembre 1830, dopodiché in novembre, Rossini partì definitivamente per Parigi, dove conobbe Olympe Pélissier che sposò nel 1846 (un anno dopo la morte della prima moglie).
Gioachino Rossini è stato ed è molto amato anche all’estero; sulla sua figura sono stati scritti molti libri e biografie. Celeberrima, anche se – a detta dello stesso Rossini e di molti biografi successivi (si veda sul punto, a esempio, il romanzo storico di Simona Baldelli “L’ultimo spartito di Rossini”) – piuttosto inattendibile, è la Vita di Rossini scritta da Stendhal, quando il compositore aveva trentadue anni.
A neanche vent’anni tre sue opere erano già state rappresentate; un anno dopo saranno diventate dieci. L’esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con La cambiale di matrimonio.

Nei vent’anni successivi, Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso anno; in occasione delle prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano gli riservò accoglienze controverse. Si passò infatti da straordinari successi (La pietra del paragone, La gazza ladra, L’italiana in Algeri, Semiramide) ad accoglienze freddine e perfino a clamorosi insuccessi, tra i quali storico fu quello del Barbiere di Siviglia, in occasione della cui “prima” al Teatro Argentina di Roma, nel 1816, si verificarono tafferugli, causati con ogni probabilità dai detrattori di Rossini; l’opera ebbe comunque un grande successo pochi giorni più tardi. Sempre del 1816 è l’opera Otello (da cui sarà ricavata poi parte della musica del Duetto buffo di due gatti, brano per due soprani erroneamente attribuito a Rossini). Dal 1815 al 1822 Rossini fu direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli.

Semiramide (1823) fu l’ultima opera composta da Rossini per un teatro italiano. Dopo la sua rappresentazione il compositore si trasferì a Parigi, dove le sue opere furono accolte quasi sempre in modo trionfale. Il 30 luglio 1824 Rossini diventò directeur de la musique et de la scène al Théâtre de la comédie italienne, con l’obbligo di comporre anche per l’Opéra. La prima opera composta nella capitale francese fu Il viaggio a Reims, eseguita in onore del re Carlo X il 19 giugno 1825 al Théatre Italien, opera che – in quanto lavoro celebrativo – venne tolta dal repertorio, su richiesta dello stesso Rossini, dopo tre sole rappresentazioni. Una parte consistente della musica fu però riutilizzata ne Le Comte Ory (20 agosto 1828), melodramma giocoso composto per l’Opéra. Nello stesso teatro Rossini concluse di lì a poco la sua carriera di operista con il Guglielmo Tell, capolavoro a cavallo tra classicismo e romanticismo andato in scena il 3 agosto 1829.

Testo: Liberamente tratto da Wikipedia
Immagini: Google Search
Video: Youtube

Andrea Natile


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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