Ernst Hartwig Kantorowicz (Poznań, 3 maggio 1895 – Princeton, 9 settembre 1963) è stato uno storico tedesco di origine polacca, ebreo.

Inizialmente vicino a posizioni nazionaliste, Ernst Kantorowicz fu tra gli studenti che si arruolarono volontari nella prima guerra mondiale e, alla fine del conflitto, si unì alle formazioni dei Freikorps della ultra-destra e combatté con loro in Grande Polonia (contro i polacchi, nella sollevazione della Grande Polonia) e in Baviera (contro i comunisti). Dopo aver studiato filosofia, storia ed economia a Berlino, Monaco e Heidelberg, si laureò nel 1921, conseguendo il dottorato già nell’anno successivo e iniziando, nell’Università di Heidelberg, la sua brillante carriera accademica che lo porterà alla cattedra di storia nell’Università di Francoforte sul Meno. Kantorowicz fu inoltre legato al circolo del poeta tedesco simbolista Stefan George.
Nel 1922 diede inizio alla sua opera più celebre, ovvero la monumentale biografia dell’imperatore Federico II, pubblicata in due tomi successivi, il primo nel 1927 e il secondo nel 1931. Dopo la salita al potere di Hitler il 30 gennaio 1933 Kantorowicz, sebbene per il momento risparmiato dalle persecuzioni del nuovo regime, richiese nell’estate del 1933 un permesso per sospendere la propria attività fintanto che durassero le discriminazioni nei confronti degli ebrei.
Nel 1939 Kantorowicz emigrò negli Stati Uniti, dove ottenne la cattedra di storia medievale presso l’università di Berkeley.
Nel 1949, in seguito alla forte ondata anticomunista che investì gli Stati Uniti all’inizio del secondo dopoguerra, l’amministrazione universitaria richiese a tutti i docenti di prestare giuramento di personale anticomunismo. Kantorowicz si rifiutò di sottoscrivere la dichiarazione e, con altri 25 professori, venne licenziato dalla facoltà. Tuttavia, due eminenti medievalisti tedeschi che insegnavano a Princeton, Theodore Mommsen (nipote del grande storico della classicità) e lo storico dell’arte Erwin Panofsky, persuasero J. Robert Oppenheimer, direttore del prestigioso Institute for Advanced Study di Princeton (nel New Jersey) ad assegnare a Kantorowicz una cattedra presso la facoltà di studi storici del predetto istituto, dove lo studioso sarebbe restato fino alla morte.
La sua opera continua a essere al centro dell’analisi contemporanea, specie per quanto riguarda i modi di manifestarsi dell’autorità, con diversi esiti critici, tra i quali l’iconocrazia. Inoltre, l’apporto di Ernst Kantorowicz rimane fondamentale per la spiegazione della genesi dello Stato moderno.

“The King’s Two Bodies”
Noto soprattutto per i suoi studi sulla storia medievale e per il suo libro “The King’s Two Bodies: A Study in Medieval Political Theology” (1957),  Kantorowicz analizza la teologia politica medievale e l’idea del “doppio corpo del re”, cioè l’idea che il re avesse due corpi: uno fisico e uno giuridico. Il libro di Kantorowicz è stato molto influente nell’ambito della storia medievale e delle scienze politiche.

Nel libro, Kantorowicz teorizza su come il concetto di “doppio corpo del re” sia stato utilizzato nel Medioevo per giustificare l’idea che il re era al di sopra delle leggi comuni e che il suo potere era divino e non terreno. Il “corpo fisico” del re rappresentava il suo corpo reale, mentre il “corpo giuridico” rappresentava il corpo simbolico del re, cioè la sua posizione di sovrano e il suo potere. Kantorowicz sostiene che questo concetto di “doppio corpo” era stato utilizzato per giustificare la successione dinastica e per legittimare il potere regale, ma anche per giustificare l’uso della forza contro i ribelli e la resistenza al potere regale.

Kantorowicz sviluppa una grande attenzione alla figura del Re, sottolineando come il sovrano non fosse solo un rappresentante della potenza politica, ma anche un rappresentante della potenza divina. In questo modo egli crea una vera e propria teologia politica medievale, in cui le figure del Re e della potenza divina si fondono in una sola.

Riassumendo, il lavoro di Kantorowicz ha un notevole impatto sulla comprensione della natura dello Stato medievale, sostenendo che lo Stato medievale era una costruzione giuridica, in cui la sovranità non era detenuta dal popolo, ma dal re, il quale agiva come un rappresentante divino.

Biografia: Liberamente tratta da Wikipedia

Video Youtube: Conferenza del Prof. Alessandro Barbero
Immagini: Google Search


Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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