Un'altra provocazione del neutrino? | Scienza in reteWolfgang Pauli fra i padri fondatori della meccanica quantistica, suo è il principio di esclusione, per il quale vinse il premio Nobel nel 1945, secondo il quale due elettroni in un atomo non possono avere tutti i numeri quantici uguali; studiò le basi della teoria non-relativistica dullo spin.
Viennese di origine ebraica, conseguì il dottorato in fisica a Monaco di Baviera nel luglio del 1921 , sotto la guida di Arnold Sommerfeld. Suo compagno di corso era Werner Heisenberg
In quegli anni universitari Pauli si distinse subito per la sua genialità, ma anche per il suo carattere sprezzante. Persino su Einstein affermò: «Sapete, quello che ha detto il signor Einstein non è così stupido».
Left panel: Max Born and Wolfgang Pauli (at right), in Hamburg, circa... |  Download Scientific DiagramPassò un anno all’Università di Gottinga come assistente di Max Born, e l’anno seguente andò all’Istituto Niels Bohr di fisica teorica a Copenaghen su invito dello stesso Bohr, impressionato dalle sue capacità
Wolfgang Pauli, dal principio di esclusione all'unione fra materia e psiche  | Stoccolma a RomaDal 1924 al 1928 fu docente all’Università di Amburgo, dove contribuì ad elaborare i fondamenti della meccanica quantistica. In particolare formulò il Principio di esclusione che porta il suo nome.
L’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, avvenuta nel 1938, faceva di lui un cittadino tedesco e allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1940, emigrò negli Stati Uniti, dove diventò professore di fisica teorica a Princeton. Con la fine delle ostilità, rientrò in Europa, a Zurigo e nel 1945 ricevette il premio Nobel per la fisica per la scoperta del Principio di esclusione. Morì il 15 dicembre 1958 a Zurigo per un cancro al pancreas.

Curiosità: La collaborazione con Jung

Aneddoti raccontano che tutte le volte in cui entrava in un laboratorio avvenivano dei malfunzionamenti alla strumentazione, il cosiddetto “effetto Pauli”, tanto che il collega Otto Stern gli impose di non entrare più nel suo laboratorio.
Credeva a fenomeni parapsicologici e arrivò a ritenere che questi effetti fossero dovuti a sue manifestazioni psichiche.
Si rivolse al già famoso psicoanalista Carl Gustav Jung per risolvere alcuni dei suoi problemi personali. Il percorso psicoanalitico si rivelò sempre più appassionante, al punto da far nascere una collaborazione tra i due sfociata in un reciproco scambio di esperienze e punti di vista tra il mondo della meccanica quantistica e la psicoanalisi.
In particolare Pauli si appassionò alla questione della sincronicità… ma questa è un’altra storia che seguiremo presto in un altro Quanto di Storia sull’entanglement.

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Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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