Donna Elbert, prima di chiunque altro, ha previsto le condizioni ottimali perché un pianeta o una stella possano generare il proprio campo magnetico. La Elbert mette in relazione le combinazioni di rotazione del corpo celeste, di convezione e magnetismo dei materiali necessarie per generare al meglio un campo magnetico su vasta scala.
Il lavoro di Subrahmanyan Chandrasekhar, l'astrofisico indo-americano vincitore del Premio nobel nel 1983, per la sua ricerca sulla dinamica stellare e planetaria deve molto a questa donna quasi dimenticata.
Dal 1948 al 1979 la Elbert ha lavorato come “calcolatrice” per Chandrasekhar, elaborando e risolvendo equazioni matematiche a mano. Chandrasekhar ha riconosciuto i suoi contributi fondamentali, e ha condiviso con lei la paternità di 18 articoli.
Donna Elbert non aveva una laurea in matematica, ma era in grado di fare calcoli che oggi si affrontano solamente con i moderni computer elettronici; si tratta di matematica complessa e Chandrasekhar nelle note a piè di pagina dei lavori fatti insieme riconosce le modalità sottili ed eleganti adottate da lei nel risolvere i problemi.
Lei è presente in tutto il suo trattato sulla dinamica dei fluidi geofisici ed astrofisici, tuttavia non compare come autrice.
Negli anni '50 e '60, le donne avevano molte meno probabilità di essere riconosciute per i loro contributi; era difficile per una donna ottenere più credito di una nota a piè di pagina.
Poiché la scoperta di Elbert riguardante la generazione dei campi magnetici planetari è rimasta inserita nel lavoro del suo datore di lavoro, in genere è stata attribuita solo a Chandrasekhar, che ha vinto il Premio Nobel per la fisica per le scoperte legate all'evoluzione stellare e alla dinamica delle stelle massicce.
I pianeti generano i loro campi magnetici attraverso la circolazione interna di fluidi riscaldati ed elettricamente conduttivi, che inglobano metalli liquidi, come il ferro. Quando un pianeta ruota sul suo asse, il movimento di questi fluidi, genera campi magnetici planetari.
I pianeti con campi magnetici hanno maggiori probabilità di sostenere la vita, poiché il campo magnetico protegge il pianeta dall'ambiente spaziale circostante.
Sulla terra il campo la protegge dal vento solare e dalle particelle cariche che arrivano dal cosmo. Una delle frontiere in astrofisica e in cosmologia è proprio la ricerca di questi pianeti.
La Elbert ha scoperto questo principio da sola mentre Chandrasekhar era in tour estivo e lo ha presentato a lui al suo ritorno. Chandrasekhar ha incorporato la scoperta della Elbert nel suo lavoro e le ha dato il merito in una nota a piè di pagina senza approfondire ulteriormente la sua importanza.
La comunità scientifica solo ora sta riconoscendo un tributo appropriato, seppur tardivo, alla Elbert, deceduta nel 2019 all'età di 90 anni.
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