E' il 1919, l'anno in cui Cecilia Payne entra in un college femminile dell'università di Cambridge. Sir Arthur Eddington, il più illustre astrofisico britannico, presenta in una conferenza i risultati delle misurazioni effettuate durante un'eclissi di Sole nell'isola di Principe, che confermano la validità della teoria della relatività generale di Albert Einstein.
L'atmosfera è piena di eccitazione, la guerra è finalmente alle spalle, quella scoperta sta per rivoluzionare tutto il mondo scientifico. Lei è presente, ne resta folgorata e decide che sarà un'astrofisica.
Cecilia, nata nei dintorni di Londra all'inizio secolo, ha 19 anni, è consapevole che non otterrà una laurea al termine del percorso di studi: solo dal 1948 a Cambridge le studentesse vedranno riconosciuto il titolo al pari dei colleghi maschi.
Completa brillantemente il suo corso nel 1922, ma per lei è impossibile proseguire oltre, in Inghilterra non ha accesso ad un dottorato di ricerca, l'unica prospettiva è l'insegnamento.
Una fortunata coincidenza apre una porta al suo futuro. Il professor Harlow Shapley, direttore dell'Osservatorio di Harvard, è venuto in visita in Inghilterra; Cecilia ha modo di seguire una sua lezione e trova il modo di parlare con lui delle sue aspirazioni e prospettive.
Shapley, colpito dall'interesse della ragazza, le offre di proseguire gli studi con lui negli Stati Uniti. Grazie anche ad una lettera di presentazione scritta da Eddington, Cecilia riesce ad ottenere una borsa di studio, e a partire nel 1923 per il Massachusetts.
Il primo gennaio 1925, è la prima donna ad Harvard a conseguire il dottorato di ricerca, con una tesi sulle “Atmosfere stellari”.
Nella tesi, stimava l'abbondanza degli elementi chimici delle stelle dall'osservazione del loro spettro, dimostrando che le stelle sono formate principalmente da idrogeno ed elio; un proprio metodo di analisi, oggi chiaramente accettato ma al tempo assolutamente innovativo.
Gli astrofisici erano convinti che le stelle fossero formate principalmente da atomi pesanti, gli stessi presenti nella crosta terreste. Quella ragazzina arrivata dall'Europa sosteneva che il Sole fosse formato al 98% da idrogeno. Assurdo!
Così il professor Henry Norris Russel, revisore della tesi, la convinse a riscrivere le sue conclusioni.
Quella tesi trasformava una visione di un Universo pesante e denso, in un Universo leggero e gassoso. Nel 1929 lo stesso Russel, tornando sui suoi passi, pubblicò un lavoro in cui affermava che le stelle erano costituite prevalentemente da idrogeno ed elio.
Cecilia Payne fu citata solo marginalmente.
Harlow Shapley
Dopo il dottorato, Cecilia lavorò come assistente di Shapley, la paga offerta dall'Università ovviamente era inferiore a quella dei colleghi maschi. Soltanto anni dopo Shapley riuscì a ottenere per la sua assistente il riconoscimento del ruolo e del titolo di astronomo.
Nel 1931 Cecilia Payne ottenne la cittadinanza Americana e nel 1933 in una visita a Gottinga incontrò l'astronomo russo Sergei Gaposchkin, desideroso di abbandonare al più presto la germania nazista. Tornata in America e ottenuti per lui un visto ed un incarico all'osservatorio, nel marzo del 1934 lo sposò cambiando il proprio cognome in Payne Gaposchkin.
Solo nel 1956, prima donna a ricoprire quel ruolo nell'Università di Harvard, Cecilia divenne ufficialmente professoressa e Direttore del Dipartimento di Astronomia.
Per anni aveva tenuto i suoi corsi all'Università nessuno dei quali era inserito nella lista ufficiale dei corsi.
Nel 1976, le fu assegnato il premio “Henry Norris Russell”, il più alto riconoscimento della Società Astronomica Americana, ironia del destino, lui che da vivo le aveva negato la sua rivoluzionaria scoperta da morto ne aveva tributato l'onore.
Nel 1979 le fu diagnosticato un tumore al polmone Cecilia Payne Gaposchkin morì il 7 dicembre, a Cambridge, Massachusetts.
FOTO:
Cecilia Payne
Harlow Shapley
Henry Norris Russell
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