Andrej Sacharov

Andrej Sacharov

Se paragoniamo la guerra fredda ad una partita di calcio giocata alla finale dei campionati del mondo, nella squadra che vestiva la maglia rossa, giocò per tutto il primo tempo un grande centravanti, Andrej Dmitrievič Sacharov.
Famoso nel mondo, giocò per tutto il primo tempo; fra il 1948 e il 1953 partecipò al progetto e alla sperimentazione della prima bomba all’idrogeno dei rossi.
Nato a Mosca nel 1921, con un dottorato in matematica e fisica, si era occupato di fusione nucleare.
In seguito indirizzò le sue ricerche all’astrofisica applicata e nel 1967 lo portarono a proporre alcune correzioni alla teoria della relatività di Einstein per l’asimmetria tra materia ed antimateria nella composizione dell’universo.
Membro dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica, nominato Eroe del lavoro socialista nel 1954, 1956, 1962, fu insignito dell’Ordine di Lenin.
Poi però cominciò a contestare gli esperimenti nucleari a scopo bellico e dal 1970 Andrej si buttò a capofitto nell’attivismo politico. Fondò un comitato per i diritti civili e prese le difese di dissidenti e perseguitati. Scriveva lettere a sostegno dei prigionieri politici e seguiva i loro processi nei tribunali.
Considerato dal regime un pericolo per la stabilità dell’Unione Sovietica venne sostituito dall’allenatore e non giocò nel secondo tempo, anzi, gli venne impedito di giocare del tutto.
Per le sue attività di promozione delle libertà civili subì insieme a sua moglie Yelena Bonnėr, persecuzioni e soprusi.
Quando ricevette il premio Nobel per la pace nel 1975, le autorità sovietiche impedirono ai coniugi di ritirarlo ad Oslo in Norvegia, come di consueto.
Poichè ai Sakharov non era permesso di lasciare il paese fu organizzata una cerimonia informale con amici e colleghi nel loro appartamento di Mosca.
L’8 gennaio 1980 il Presidium del Soviet Supremo dell’URSS revocò tutte le sue onorificenze e dopo la partecipazione ad una manifestazione contro l’entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan, fu arrestato e confinato a Gor’kij. Yelena rimase il suo unico contatto con il mondo esterno.
Sakharov fu riabilitato da Michail Gorbačëv solo nel 1986, rientrato a Mosca e fu eletto deputato nel 1989.
Tornato dall’esilio, alla domanda per il ripristino di tutti i suoi premi e dei suoi titoli rifiutò di riaccettarli fino a quando tutti i prigionieri politici non fossero stati rilasciati.
Morì nella capitale russa nel dicembre del 1989.
Yelena Georgievna Bonner Sacharova, dopo la sua morte divise il suo tempo tra Mosca e gli Stati Uniti, dove tuttora vivono due dei suoi figli.
La sua firma è stata la prima sul manifesto “Putin deve andarsene”, pubblicato nel marzo 2010.
Morì nel 2011 per insufficienza cardiaca a Boston, all’età di 88 anni.
Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, assegnato per la prima volta nel 1988 a Nelson Mandela e ad Anatolij Marčenko, è il massimo riconoscimento che l’Unione europea conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti dell’uomo.

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: