In una calda mattinata d’inizio d’estate, migliaia di storni, volteggiano nei cieli di Roma.
Vicino alla facoltà di Fisica della Sapienza, alcune decine di giovani, con le loro cineprese e macchine fotografiche puntate all’insù stanno riprendendo non si capisce bene cosa.
La cosa va avanti per ore, centinaia e centinaia di scatti a quelle palle volanti che si formano e si disfano continuamente. Una signora dalla piccola folla che si è raggruppata incuriosita, chiede ad un giovane di loro: ma chi siete? Siete mica diventati tutti matti?
Non si preoccupi signora, siamo tutti dei bravi ragazzi, siamo studenti di Fisica, e stiamo lavorando per quel signore li, quello con i capelli tutti arruffati; è il nostro professore Giorgio Parisi.
Ma che cosa state facendo di preciso?
Quel signore, a partire dalle migliaia di fotografie, prese quel giorno, si occupa di ricostruire, la traiettoria delle migliaia di individui che costituiscono gli stormi per ottenere una ricostruzione tridimensionale che ne predice il comportamento.
Vincerà il premio Nobel per la fisica nel 2021, e “Un volo di storni” è il titolo di un suo libro del 2019 in cui lui cerca di rispondere alla signora.
Il libro non tratta solo di storni, utilizza questo fenomeno naturale come metafora per descrivere il comportamenti collettivi che sembrano sfidare la logica. Tratta la dinamica evolutiva degli esseri viventi in generale, dalle cellule, ai cervelli, ai gruppi sociali, e cose complicate come i fenomeni meteorologici, i flussi economici e le reti neurali di calcolatori.
Parisi esplora le proprietà che emergono dalle interazioni tra i componenti di un sistema complesso. Il concetto di “ordine nascosto”, il modo in cui i sistemi emergono dal caos: l’ordine nascosto che si nasconde dietro alla complessità. Spiega come questo comportamento sia il risultato di semplici regole individuali che ogni uccello segue, senza la necessità di una guida centrale o di un controllo esterno.
Giorgio Parisi è nato a Roma nel ’48, si è laureato in fisica a “La Sapienza” nel 1970, sotto la guida di Nicola Cabibbo, con una tesi sul bosone di Higgs.
Ricercatore prima del CNR, poi dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) presso i Laboratori di Frascati.
Docente ordinario di fisica teorica dal 1981 all’Università di Roma “Tor Vergata”, nel 1992 è passato alla stessa cattedra della “Sapienza” di Roma, dove ha tenuto diversi insegnamenti, fra cui fisica teorica, teorie quantistiche, fisica statistica, probabilità.
In quanto studente di Nicola Cabibbo, Parisi nasce come studioso di particelle, e fra i suoi primi articoli si trovano sia lavori di fisica delle particelle, sia lavori fondamentali di teoria dei campi.
Nel corso dei decenni, si è occupato di argomenti molto disparati della fisica teorica, che vanno dalla teoria delle stringhe alla fisica delle particelle elementari, dai fenomeni critici in meccanica statistica alla teoria del caos, dai processi di accrescimento al moto collettivo degli animali.
Incomincia ad occuparsi di sistemi disordinati: i vetri di spin. Pubblica una serie di articoli che avrebbero rivoluzionato la meccanica statistica.
Il lavoro di Parisi lungi da essere limitato al solo contesto della fisica della materia da cui proviene il modello dei vetri di spin, si adatta ad una grande varietà di sistemi complessi, come lo studio dei mercati finanziari, e le tecniche di ottimizzazione di reti neurali, al comportamento collettivo degli animali.
Nel febbraio 2021 ha vinto il Premio Wolf
che viene assegnato a scienziati e artisti viventi che si siano distinti per il bene dell’umanità e dei rapporti fra i popoli.
Nell’ottobre dello stesso anno è stato insignito con il premio Nobel per la fisica.
Testo: Andrea Natile Immagini Google Search Libri:
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