Maria Goeppert

Maria Goeppert

Maria Goeppert è stata la seconda donna delle quattro che hanno ricevuto il Nobel per la Fisica nel 1963, dopo Marie Curie che l’aveva ricevuto nel 1903 insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel.

La motivazione: la scoperta del modello a guscio della struttura del nucleo atomico.
Nata a Katowice in Slesia nel 1910, si trasferì con la famiglia a Gottinga, dove il padre era stato nominato professore di pediatria presso l’Università Georg-August.
Nel 1921 entrò al Frauenstudium, una scuola privata gestita da suffragette che preparava le ragazze per l’università. Sostenne l’esame di ammissione a 17 anni e con un anno in anticipo, nella primavera del 1924 entrò nella facoltà di matematica. A quei tempi a Gottinga insegnava anche una professoressa di nome Emmy Noether.
Si interessò alla fisica e decise di conseguire un dottorato; nella sua tesi del 1930 elaborò la teoria del possibile processo di assorbimento a due fotoni. I suoi relatori furono tre futuri Nobel: Max Born, James Franck e Adolf Otto Reinhold Windaus.
Nel 1930 le possibilità di verificare la sua tesi erano molto remote, ma con lo sviluppo del laser, nel 1961, arrivò la verifica sperimentale: fu rivelata la fluorescenza di due fotoni eccitati in un cristallo drogato con europio.
In suo onore, l’unità di misura della sezione d’urto dell’assorbimento a due fotoni è denominata Goeppert-Mayer (GM).
Il 19 gennaio del 1930 Goeppert sposò l’americano Joseph Edward Mayer, uno degli assistenti di James Franck. La coppia si trasferì negli Stati Uniti, dove a Mayer era stato offerta una posizione di professore associato di chimica all’università Johns Hopkins.
Le regole contro il nepotismo, lì già insegnava il marito, e la mentalità sessista di quella Università impedirono alla Goeppert di essere assunta formalmente. Ottenne comunque un lavoro come assistente presso il Dipartimento; lo stipendio era molto basso, ma aveva accesso ai laboratori e alla biblioteca dell’università.
In quegli anni alla Johns Hopkins c’era scarso interesse per la meccanica quantistica. La Goeppert perciò lavorava con Karl Herzfeld, collaborando con lui per corrispondenza, ad alcune pubblicazioni.
Nelle estati dal 1931 al 1933 tornò a Gottinga per lavorare con il suo relatore Max Born. Ma i viaggi in Germania terminarono quando il Partito Nazista andò al potere e molti accademici, compresi Born e Franck, persero il loro lavoro.
Come frutto del lavoro di quegli anni, nel 1935 pubblicò un’importante ricerca sul decadimento beta.
Nel 1937 il marito venne licenziato; Joseph Mayer attribuì questo al fatto che la moglie era tedesca in una nazione quasi in guerra con la Germania. La coppia si trasferì a New York dove Mayer nel 1939 riuscì ad ottenere un posto alla Columbia e la Goeppert un lavoro non stipendiato.
La Goeppert strinse amicizia con Harold Urey ed Enrico Fermi, arrivati alla Columbia nello stesso anno; Fermi le chiese di collaborare e di investigare gli elementi transuranici usando il modello di Thomas-Fermi.
Subito dopo la guerra, nel 1946 fu fondato l’Argonne National Laboratory nei pressi di Chicago, e le fu offerta una posizione come Senior Physicist nella divisione di fisica teorica.
Fu li che ipotizzò il modello a guscio della struttura del nucleo atomico per cui ottenne il Nobel nel 1963.
Soltanto nel 1960 Goeppert-Mayer divenne professoressa ordinaria di fisica, presso l’Università della California a San Diego, dove continuò la sua attività di ricerca in fino alla sua morte nel 1972.
Categorie: Fisica

Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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