La stranezza dei quark. Quriosità di un fisico che voleva fare il linguista o l'archeologo.
Murray Gell-Mann è stato un fisico teorico noto per aver dato il nome di quark, ad alcune strane particelle costituenti ultimi della materia.
Come racconta nel suo libro “Il Quark e il Giaguaro, avventure nel semplice e nel complesso” il nome “quark” gli è stato suggerito da una strana frase senza senso contenuta nel romanzo “La veglia per Finnegan” di James Joyce, che stava leggendo:
Nato il 15 settembre del 1929 a Manhattan da una famiglia di origine ebraica immigrata, ha conosciuto gli anni della Grande Depressione e la povertà.
Gell-Mann un ragazzo prodigio diplomatosi a 14 anni era affascinato dall'archeologia e dalla linguistica. Al padre che gli consigliava di iscriversi a ingegneria o a fisica, Gell-Mann replicò che se mai avesse progettato qualcosa, sarebbe sicuramente andando in pezzi.
Rimaneva la seconda opzione e nella domanda di ammissione per l'università indicò fisica anche se al liceo era la materia in cui aveva conseguito il risultato peggiore,
“Così ho scelto di iscrivermi a fisica. Dopo un po' mi è piaciuta e ho scoperto che mio padre aveva ragione. La meccanica quantistica e la relatività erano meravigliose”.
laureato in fisica alla Yale University nel 1948 a soli 19 anni, conseguì il dottorato nel 1951 al MIT – Massachusetts Institute of Technology. Dopo un breve soggiorno all'Institute for Advanced Study di Princeton e all'Università di Chicago, nel 1955 si trasferì al California Institute of Technology (Caltech) dove divenne, a soli trent'anni, il più giovane professore ordinario della storia dell'istituto e qui rimase per i successivi trentotto anni.
Gell-Mann fu protagonista in questi anni di grande fervore, con lo studio dei raggi cosmici prima e con le scoperte di una miriade di nuove particelle che venivano individuate con l'uso dei nuovi acceleratori via via sempre più potenti. Per porre fine alla fatica di mettere ordine in quel marasma, escogitò un modo di classificazione noto con il nome di “Via dell'ottetto”; nome che nasconde una arguta allusione.
Grande collezionista di arte Orientale e profondo conoscitore del sanscrito e di lingue e letterature indiane, la “Via dell'ottetto” si riferisce al Nobile Ottuplice Sentiero del buddhismo. Secondo la tradizione, con l'insegnamento della dottrina del “Nobile ottuplice sentiero” il Buddha intendeva offrire ai suoi discepoli il percorso di “liberazione dalla sofferenza”.
Investigando a fondo la natura delle particelle subatomiche, arrivò inoltre a teorizzare che gli adroni, di cui fanno parte, ad esempio, i protoni e neutroni, non fossero tra i costituenti ultimi della materia, come allora si riteneva, ma che fossero composti da combinazioni di quark e antiquark.
Ipotizzò che i quark possiedono carica elettrica ±1/3 o ±2/3 e a queste particelle elementari attribuì una strana proprietà che doveva sottostare ad una fondamentale legge “la legge di conservazione della stranezza”.
La “stranezza” è una proprietà che si conserva solo nelle interazioni forti ed elettromagnetiche, ma non dall'interazione debole.
La conferma sperimentale della teoria dei quark e delle loro proprietà trovò conferme tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta.
Questi strani nomi fanno ormai parte stabile della fisica moderna.
Nel 1969, Gell-Mann fu premiato con il nobel per la fisica “per i suoi contributi e scoperte riguardanti la classificazione delle particelle elementari e le loro interazioni”.
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