Laura Capon ed Enrico si erano conosciuti all’Università la Sapienza, durante i suoi studi, Enrico era già professore della prima cattedra italiana di Fisica Teorica da poco istituita apposta per lui.
Il matrimonio fu celebrato nel 1928. La coppia ebbe Nella ne 1931 e Giulio nel 1936.
Nel 1938 a Novembre furono emanate le leggi razziali, i Capon erano ebrei; la famiglia Fermi decise di fuggire dall’Italia di Mussolini.
A Dicembre Enrico doveva andare a Stoccolma per ricevere il premio Nobel per la fisica; bisognava cogliere l’occasione. Bisognava pensare a tutto, in fretta, e soprattutto nessuno lo doveva sapere, solo pochissimi amici.
Laura Capon Fermi e i suoi appuntamenti con la Storia | Roba ...Dove andare e come fare per vivere e permettere ad Enrico di continuare la sua attività, ci stavano ormai pensando da qualche tempo e si erano organizzati.
Enrico avrebbe avuto tenere una serie di conferenze alla Columbia University; lì aveva degli amici e colleghi e poi, era stimato e famoso non solo in ambito strettamente accademico, tutti lo avrebbero voluto.
Prendere il treno, senza troppi bagagli per non dare nell’occhio. Da quando si era saputo del premio, erano seguiti ed osservati dai servizi segreti del regime. Vista l’attività di Enrico e la fama che su di lui era calata, il regime voleva sfruttare la situazione, bisognava controllare la cosa.
Prima del premio l’attività del famoso fisico romano non era tenuta in grande considerazione.
Un interessante racconto circa il clima intorno alla sua figura  ci viene da un controllo di routine fatto da un informatore del ministro dell’Interno. In seguito ad una cerimonia organizzata per festeggiare il neo Nobel, erano state invitate tutte le maggiori autorità. Dal racconto dell’informatore:
«Mi viene riferito che in occasione della cerimonia […] per festeggiare l’accademico Enrico Fermi, premio Nobel 1938 per la fisica, erano state invitate tutte le autorità cittadine. Da sua altezza reale il Duca di Bergamo, al prefetto, segretario generale, membri e gerarchi fascisti, podestà, questore, ecc. Pare che all’ultimo momento, a eccezione del duca di Bergamo, nessuna delle citate autorità, e specialmente politiche, abbia voluto intervenire. Si dice che la causa sia dovuta al fatto che il festeggiato, ammogliato a un’israelita, avrebbe ripetutamente manifestato la sua disapprovazione verso la campagna anti ebraica, dichiarandosi invece ben felice di avere per compagna una giudea.»

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 personePoi, le notizie telegrafate della cerimonia della premiazione all’Accademia delle Scienze Svedese, non piacquero al Duce. Svoltasi secondo un consolidato e rigido cerimoniale, Fermi non aveva indossato l’uniforme fascista ne quella di accademico d’Italia ma solo un frac; non aveva fatto il saluto romano ma si era limitato ad un piccolo inchino e aveva stretto la mano al re di Svezia.

I Fermi da Stoccolma ripartirono per Copenhagen, Enrico doveva salutare ed informare l’amico e collega Niels (Bohr) sugli ultimi sviluppi. Da li salparono per New York sul transatlantico Franconia.

Negli Stati Uniti, rimasero in un primo momento a New York. Alla Columbia, Fermi verificò gli esperimenti iniziali di Hahn e Strassmann sulla fissione nucleare.

Poco dopo si trasferirono a Chicago, dove Enrico cominciò la costruzione della prima pila nucleare, la Pile-1.

Dopo la famosa lettera di Albert Einstein e Leó Szilárd al Presidente Roosevelt, di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista, la Marina Militare degli Stati Uniti stabilì un cospicuo fondo per la Columbia University e per il lavoro di Fermi a Chicago. Era la partenza del Progetto Manhattan.
Laura Fermi - WikipediaQuello che successe dopo il loro trasferimento a Los Alamos lo racconterò un’altra volta.

Nel 1944 i Fermi furono naturalizzati statunitensi e subito dopo la fine della guerra ritornarono a Chicago per stabilirsi lì definitivamente.
Fino a quel maledetto 1954, quando in un letto d’ospedale a Chicago Enrico Fermi si spense per un tumore allo stomaco.
Enrico aveva solo 53 anni; era andato via troppo presto, aveva ancora tante cose da fare.
Ora a Laura non resta che tenerne viva la memoria del Suo Enrico.

Come spesso succede, accanto ad un grande uomo c’è una grande donna che lo sostiene.

Laura Capon Fermi (Roma, 16 giugno 1907 – Chicago, 26 dicembre 1977) è stata una scrittrice e militante pacifista italiana naturalizzata statunitense.
Figlia dell’ammiraglio Augusto Capon e di Costanza Romanelli. Fu la moglie del premio Nobel per la Fisica Enrico Fermi. Dopo la morte del marito nel 1954, si dedicò alla scrittura e divenne una militante pacifista.
Pubblicò un’opera autobiografica: Atoms in the Family: My Life with Enrico Fermi.

 

Testo Andrea Natile
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Andrea Natile

Creatore di contenuti digitali di arte, musica, storia e scienza

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