In una taverna della Andalusia una giovane gitana inizia a danzare su di un tavolo in modo via via sempre più seducente; un gruppo di uomini, attratti dalla sua bellezza e dalle sue movenze, si avvicina poco per volta, affollando il luogo dove lei danza. I ballerini iniziano a danzare intorno alla giovane in un crescendo intenso e violento che segue quello della musica.
Il Boléro di Maurice Ravel è del 1928; nato come una musica da balletto è divenuta celeberrima come brano da concerto. È sicuramente il bolero più famoso mai composto, nonché l’opera più popolare del compositore.
Nel 1920 Ravel aveva scritto La valse su commissione di Sergej Pavlovič Djagilev per i suoi Balletti russi. Dopo aver ascoltato il brano nella versione per pianoforte, l’impresario decise che la musica non fosse corrispondente alle sue aspettative e la rifiutò. Nacque così un lungo periodo di screzi e discussioni tra il musicista e Djagilev, motivo per cui Ravel per parecchio tempo non volle più sentir parlare di balletti. Quando però nel giugno 1928 Ida Rubinštejn, celebre danzatrice che aveva fondato una propria compagnia, gli chiese di orchestrare sei pezzi estrapolati dalla suite Iberia di Isaac Albéniz per crearne un balletto, Ravel accettò. Il progetto si dimostrò però ben presto irrealizzabile, i brani di Iberia erano già stati orchestrati da Enrique Fernàndez Arbòs a cui erano stati concessi i diritti.
Ravel insistette però nel voler scrivere la partitura, incurante anche del veto della casa editrice di Albeniz. Alla fine Arbòs, di fronte al celebre collega, si dimostrò disposto a rinunciare all’esclusiva, ma Ravel ormai aveva già pensato a un altro progetto. Ai primi di luglio il compositore aveva già in mente il tema del Boléro, destinato al balletto della Rubinštejn; la partitura inizialmente avrebbe dovuto avere il ritmo di un fandango e chiamarsi allo stesso modo, ma presto l’idea del bolero ne prese il posto; il lavoro fu scritto in pochissimo tempo, fra il mese di luglio e l’ottobre 1928.
Il Boléro andò in scena all’Opéra national de Paris il 22 novembre 1928, diretto da Walther Straram con la coreografia di Bronislava Nijinska; protagonista fu Ida Rubinštejn, le scene e i costumi realizzati da Alexandre Benois. Ravel non fu presente alla prima; un contratto impegnativo lo aveva costretto a partire per una tournée in Spagna di ben nove concerti; rientrò a Parigi in tempo per assistere all’ultima rappresentazione. Il balletto, pur molto innovativo, ottenne una buona accoglienza, non prevedibile vista l’audacia della partitura.
Un vero e proprio successo si ebbe alla prima esecuzione concertistica che avvenne l’11 gennaio 1930 con l’Orchestre Lamoureux diretta dallo stesso Ravel; la risonanza fu tale da indurre subito il musicista a realizzarne un’edizione discografica. Il 78 giri registrato per la Polydor Grammophon da Ravel era destinato a diventare uno dei primi grandi successi della musica incisa su disco.
Nota è la polemica sorta fra Ravel e Arturo Toscanini dopo che il celebre direttore condusse il Boléro a New York in prima esecuzione il 4 maggio 1930, affrettando esageratamente il tempo e allargando il movimento nel finale. L’autore ricordò a Toscanini che la sua opera andava eseguita con un unico tempo dall’inizio alla fine e nessuno poteva prendersi certe libertà. Quando il direttore gli disse: “Se non la suono a modo mio, sarà senza effetto”, Ravel disse: “i virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero”.
Testo liberamente tratto da Wikipedia
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